Per le tante persone che soffrono di mal di schiena arriva oggi un importante incentivo economico: il Bonus fisioterapista
Il mal di schiena è una delle condizioni mediche più comuni al mondo, colpendo milioni di persone ogni anno e rappresentando una causa significativa di disabilità e riduzione della qualità della vita. Questo disturbo può manifestarsi in varie forme e intensità, e può essere causato da una serie di fattori. Proprio per aiutare le tante, tantissime, persone che ne soffrono arriva oggi un importante incentivo: il Bonus fisioterapista. Scopriamo insieme chi ne ha diritto e come ottenerlo.
Il mal di schiena può essere causato da una varietà di fattori. Sollevare pesi in modo improprio, svolgere attività fisiche intense o assumere posizioni scorrette per lunghi periodi di tempo può mettere una tensione eccessiva sulla schiena, causando dolore e tensione muscolare. Uno stile di vita sedentario può indebolire i muscoli della schiena e contribuire al mal di schiena. Incidenti, traumi o lesioni sportive possono danneggiare i muscoli, i legamenti o i dischi spinali, causando dolore acuto o cronico. Condizioni come l’artrite, l’ernia del disco, la scoliosi o l’osteoporosi possono contribuire al mal di schiena.
Il Bonus fisioterapista
Prevenire il mal di schiena è spesso possibile attraverso una combinazione di stile di vita sano e pratiche ergonomiche. Per quanto riguarda il trattamento del mal di schiena, le opzioni possono includere fisioterapia, massaggi, terapie di rilassamento, farmaci antinfiammatori o, in alcuni casi, interventi chirurgici. Tuttavia, è importante consultare sempre un medico per una diagnosi accurata e un piano di trattamento appropriato.
Oggi, per poter affrontare anche le spese di un eventuale supporto fisioterapeutico arriva un importante bonus economico. Le spese per la fisioterapia possono essere detratte ai fini dell’Irpef al 19% dell’importo speso, e questa agevolazione fiscale può essere usufruita attraverso la compilazione del modello 730 o del modello Redditi Persone Fisiche. Queste spese rientrano nella categoria delle spese sanitarie detraibili, come definito dall’articolo 15 del Testo unico delle imposte sui redditi, e non richiedono necessariamente una prescrizione medica.
La fisioterapia è una delle prestazioni che rientra in questa categoria, in quanto il fisioterapista è considerato un professionista sanitario riabilitativo. Anche se la prescrizione medica non è sempre obbligatoria, è importante notare che le modalità di pagamento possono variare a seconda delle circostanze. Tuttavia, nel caso di persone con disabilità, esiste la possibilità di optare per la deducibilità delle spese di fisioterapia anziché la detrazione.
Secondo la circolare 14/e del 2023, le spese sanitarie detraibili includono anche le spese per assistenza infermieristica e riabilitativa, come la fisioterapia. Queste spese possono essere dedotte dall’imposta indipendentemente dal luogo o dall’obiettivo per cui sono sostenute e sono detraibili anche se riguardano familiari fiscalmente a carico.
Per beneficiare della detrazione, è importante che il documento di certificazione del corrispettivo rilasciato dal professionista sanitario indichi chiaramente la figura professionale e una descrizione dettagliata della prestazione sanitaria fornita. Le spese relative alla fisioterapia detraibili devono essere dichiarate nel rigo E1 – Spese sanitarie del modello 730/2024, nel quadro E – Oneri e Spese, sezione I – Spese per le quali spetta la detrazione d’imposta del 19%, 26%, 30%, 35% o 90%. Essendo incluse tra le spese sanitarie detraibili, tali spese devono essere sommate a tutte le altre sostenute nell’anno d’imposta e dichiarate nel rigo E1.
Va tenuto presente che è applicabile una franchigia di 129,11 euro, pertanto la detrazione del 19% si applica alla parte eccedente tale importo delle spese sanitarie sostenute, comprese quelle relative alla fisioterapia. Inoltre, è importante conservare la documentazione relativa alla spesa sostenuta, come la ricevuta fiscale o la fattura, per poterla presentare in caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. Utilizzare sistemi di pagamento tracciabili, come bonifici bancari o pagamenti con carta di credito, può facilitare il processo di verifica delle spese detraibili.