Fare la rinuncia all’eredità permette di non dover pagare i debiti, ma ci sono dei soldi a cui si ha comunque diritto.
La perdita di una persona cara può certamente provocare un grave dolore, ma a volte può comportare anche la necessità di dover gestire una serie di procedure burocratiche altrettanto importante. Se si viene nominati eredi è bene essere a conoscenza della situazione economica del defunto (a volte possono esserci aspetti ignoti), qualora dovesse avere debiti può essere conveniente optare per la rinuncia all’eredità, così da non doversi fare carico della situazione.
Inevitabilmente, se non ci si dovesse esprimere, si dovrà pagare personalmente quello che non era riuscito a fare chi non è più in vita. Non è detto però che optare per questa situazione possa comportare esclusivamente degli svantaggi, anche in casi simili si ha infatti diritto a ricevere dei soldi, anche se non tutti potrebbero esserne a conoscenza.
Guadagni soldi anche in caso di rinuncia all’eredità
Optare per la rinuncia all’eredità può essere una soluzione vantaggiosa se i debiti del defunto superano la parte di patrimonio che si potrebbe ricevere in qualità di eredi. A volte si decide di agire in questo caso non tanto dopo avere effettuato il conteggio, ma magari perché ci si trova in una situazione difficile e non è certamente il momento ideale per poer pagare spese che non sono state fatte personalmente.
Non si deve interpretare questo gesto come una mancanza di affetto nei confronti di chi non c’è più, ma avrebbe davvero poco senso prendersi carico di una situazione che può diventare pesante da gestire, specie n un periodo come questo in cui sono già di per sé tanti i costi a cui far fronte. Attenzione, però, anche in questo caso si ha comunque diritto a ricevere una cifra che potrebbe essere sostanziosa, anche se non tutti ne sono a conoscenza.
Il riferimento è al TFR di chi è scomparso, conosciuto anche come Trattamento di Fine Rapporto, ovvero l’importo a cui si ha diritto quando si conclude un rapporto di lavoro e versato direttamente dall’azienda.
Questo spetta a qualsiasi lavoratore, indipendentemente dal motivo per cui si lascia il proprio impiego (quindi anche in caso di licenziamento o dimissioni). La legge a riguardo parla chiaro, qualora il diretto interessato sia deceduto, la “liquidazione”, come viene chiamata nel linguaggio comune, spetta ai suoi familiari più stretti, anche se dovessero avere fatto la rinuncia all’eredità.
In genere questo andrebbe erogato in un’unica soluzione alla conclusione del rapporto, di regola insieme all’ultima busta paga. Ci sono però alcuni contratti collettivi che consentono di effettuare l’accredito anche successivamente. Questo può accadere se l’impresa non ha la liquidità necessaria, a maggior ragione se deve effettuare il versamento in contemporanea per più dipendenti.