Centinaia di famiglie sono nel panico: l’Inps sta chiedendo indietro i soldi dell’Assegno di inclusione. Vediamo cosa sta succedendo.
È uno dei neonati più discussi della storia. L’assegno di inclusione non ha nemmeno tre mesi di vita eppure sta già sollevando polemiche a non finire. Il sussidio studiato dal Governo di Giorgia Meloni per rimpiazzare il vecchio Reddito di cittadinanza, non è ritenuto uno strumento adeguato dalle Opposizioni in quanto escluderebbe troppo famiglie.
L’assegno di inclusione, infatti, a differenza del Reddito, non si rivolge a tutti ma solo a quelle famiglie al cui interno ci sia almeno un soggetto non occupabile: un disabile, un minorenne o una persona dai 60 anni in sù. Persone, insomma, che per ragioni anagrafiche o di salute, non possono lavorare. Tuttavia ora l’Inps sta chiedendo indietro i soldi anche a molti nuclei familiari che soddisfano i requisiti richiesti per ricevere il sussidio.
Assegno di inclusione: ecco chi dovrà restituire tutto
Stretta da parte dell’Inps sull’assegno di inclusione, il nuovo sussidio entrato in vigore lo scorso gennaio per sostituire il Reddito di cittadinanza. Molti dovranno restituire tutto quello che hanno ricevuto. La situazione è allarmante.
Come anticipato, per avere diritto all’assegno di inclusione è necessario soddisfare determinati requisiti che, rispetto al vecchio Reddito di cittadinanza, sono molto più stringenti. Infatti hanno diritto al nuovo aiuto solo le famiglie con reddito annuo lordo non superiore ai 6000 euro e al cui interno ci sia almeno un soggetto che non può lavorare in quanto disabile o minorenne oppure con più di 60 anni.
Il sussidio consiste in un contributo di 500 euro al mese a famiglia più altri eventuali 280 euro per pagare l’affitto. Per riceverlo non basta fare richiesta all’Inps ma è necessario anche sottoscrivere il Patto di Attivazione digitale presso i centri per l’impiego. Chi, in questi primi mesi, si è intascato l’assegno di inclusione senza avere i requisiti necessari, ora dovrà restituire tutto.
Non solo. Chi, per beneficiare del sussidio, avesse fornito informazioni false in fase di richiesta, rischia da 2 fino a 6 anni di carcere. Reclusione da 1 fino a 3 anni per i nuclei familiari che non hanno comunicato variazioni di reddito o del patrimonio mobiliare o immobiliare. In questi due casi l’assegno di inclusione verrà immediatamente revocato e i beneficiari dovranno restituire tutto quello che hanno percepito.
Chi, invece, avrebbe comunque avuto diritto al sussidio ma, presentando una Dsu- dichiarazione sostitutiva unica- mendace, ha ottenuto un importo maggiore, ora dovrà restituire le somme percepite in eccesso in questi mesi. Inoltre, ricordiamo che si può perdere l’assegno di inclusione anche se i membri della famiglia in grado di lavorare non partecipano ai percorsi organizzati dai centri per l’impiego.