Il datore di lavoro può licenziare il dipendente che ha richiesto i permessi Legge 104 qualora non rispettasse una tempistica precisa.
La Legge 104 tutela i disabili con minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali e i caregiver che se ne prendono cura. Tra gli aiuti concessi ci sono i permesse di tre giorni al mese retribuiti. Il loro uso è disciplinato da una rigida normativa.
Lo Stato italiano cerca di sostenere i cittadini che possono incontrare difficoltà quotidiane a causa di una disabilità. Eroga aiuti economici e servizi assistenziali sotto varie forme. Una di queste è la Legge 104. Prevede agevolazioni fiscali e vantaggi sul lavoro sia ai disabili che ai caregiver. Tra le misure più importanti ci sono i permessi di tre giorni retribuiti.
Permettono di assentarsi dal posto di lavoro per prendersi cura del familiare con disabilità grave continuando a percepire il normale stipendio e senza pericolo di ripercussioni da parte del datore di lavoro. Sembra tutto molto bello e semplice ma c’è di più. Secondo il detto fidarsi è bene non fidarsi è meglio, la normativa disciplina severamente l’agevolazione permettendo al datore di lavoro di controllare il dipendente. I permessi devono servire per l’assistenza del disabile secondo precise tempistiche.
La cura del disabile durante le giornate di permesso si può limitare all’orario di lavoro del dipendente e non deve essere protratta per l’intera giornata (ordinanza 11999 del 3 maggio 2024 della Cassazione). Secondo la giurisprudenza l’assistenza che legittima la fruizione del permesso 104 non si deve intendere esclusiva al punto di impedire al caregiver di dedicare spazi temporali idonei alle personali esigenze di vita.
Detto questo, però, si ribadisce anche come l’assistenza debba in ogni caso garantire al familiare disabile un intervento di cura di carattere permanente, continuativo e globale nella sfera relazionale e individuale. Secondo la sentenza questo intervento dovrà coprire tutta la durata della giornata lavorativa.
Il datore di lavoro ha la piena facoltà di assumere un investigatore privato o raccogliere prove di un’eventuale assenza prolungata del caregiver dai suoi doveri assistenziali durante il giorno di permesso.
Non significa che chi assiste e assistito dovranno sempre stare insieme ma nei momenti di allontanamento il lavoratore dovrà sbrigare faccende funzionali al disabile come fargli la spesa, pagare le bollette, comprare le medicine. Una pausa dagli obblighi è concessa ma dovrà durare poco e non potrà essere utilizzata per interessi personali. Dimostrando la poca attenzione al disabile, il datore di lavoro potrà licenziare il lavoratore.