Permessi Legge 104, da oggi puoi usarli anche per fare questo: nessuno potrà più licenziarti, la Legge è chiarissima

I permessi Legge 104 retribuiti di tre giorni al mese vanno usati saggiamente o si rischia il licenziamento. Conosciamo le ultime novità.

I lavoratori caregiver possono usare i permessi della Legge 104 per assentarsi dal posto di lavoro al fine di prendersi cura del familiare con disabilità. In alcuni casi si rischia il licenziamento, bisogna sapere cosa si può fare durante la giornata di assistenza al disabile.

Permessi Legge 104 licenziamento
Permessi 104, nessun rischio di licenziamento (Abruzzo.cityrumors.it)

Assistere una persona con disabilità grave significa essere impegnati 24 ore su 24, sempre disponibili e pazienti per cercare di migliorare la qualità della vita del familiare. Si tratta di un compito non semplice, che richiede sacrificio e dedizione. Da soli si potrebbe non riuscire a svolgerlo in modo adeguato soprattutto se si è dei lavoratori e si hanno responsabilità nei confronti dell’azienda.

Coniugare vita professionale e privata è complicato quando si assiste un disabile che necessita di particolari accorgimenti. Qui entra in gioco la Legge 104 che offre aiuti importanti come la possibilità di scegliere la sede di lavoro, di opporsi al trasferimento, di assentarsi due anni dal posto di lavoro con il congedo straordinario oppure tre giorni al mese con i permessi retribuiti.

Permessi retribuiti di tre giorni al mese, cosa fare durante l’assenza dal posto di lavoro

I permessi 104 vengono concessi per consentire al dipendente di prendersi cura del disabile grave assistito. Partendo da questo fondamentale assunto capiamo bene come la giornata di assenza dal lavoro dovrà essere spesa per assistere il disabile. Per quante ore? Bisogna sempre stargli accanto? La questione si pone considerando la possibilità per il datore di lavoro di poter controllare il dipendente durante il permesso.

Permessi retribuiti tre giorni al mese
Cosa fare durante il giorno di permesso (Abruzzo.cityrumors.it)

Può anche assumere un investigatore privato per verificare che svolga realmente l’attività di cura. In caso contrario potrebbe licenziare per giusta causa il lavoratore. A dare una risposta chiara la Cassazione con ordinanza del 9 agosto 2024 numero 22643. Nello specifico, ha dichiarato illegittimo il licenziamento qualora il dipendente sfrutti i permessi per svolgere attività di assistenza non in presenza del familiare disabile.

Facciamo chiarezza. Il lavoratore caregiver può svolgere sia assistenza diretta aiutando il disabile a compiere attività vitali sia attività collaterali di supporto all’assistito ma che non avvengono con lui presente.

Significa che il dipendente può andare a fare la spesa per il disabile, pagargli le bollette, prenotare visite mediche, sbrigare pratiche senza rischiare il licenziamento. L’assistenza, dunque, può essere svolta ovunque a condizione che l’attività svolta sia funzionale al miglioramento delle condizioni di salute del disabile. Se c’è nesso causale tra assenza del lavoro e assistenza allora il licenziamento non è legittimo.

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