I lavoratori che hanno accumulato dei buchi di carriera possono richiedere il riscatto dei contributi accedendo alla pace contributiva.
La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto una novità importante per coloro i quali stanno progettando di andare in pensione. In particolare, i lavoratori che non riescono a raggiungere i requisiti contributivi per accedere al trattamento pensionistico possono recuperare fino a 5 anni di contributi.

Questa soluzione, definita come pace contributiva e valida per il biennio 2024/2025, consente di riscattare contributi a partire da gennaio 1996 così da poter raggiungere la quota di 20 anni prevista per l’accesso alla pensione. Il riscatto non avviene in maniera automatico, ma è necessario presentare apposita domanda all’Inps e la procedura è a carico del contribuente che può decidere di richiedere una rateizzazione sino a 120 mesi.
Pace contributiva, come richiedere il riscatto dei buchi contributivi
I lavoratori che hanno accumulato delle interruzioni di carriera e non raggiungono la quota prevista per la pensione possono accedere alla cosiddetta pace contributiva. Si tratta di una misura che permette di riscattare i buchi contributivi sino a cinque anni in modo da richiedere l’accesso al trattamento pensionistico.

L’Inps, nei mesi scorsi, ha definito le modalità operative per accedere alla misura in questione fornendo tutti i dettagli in merito. In particolare, possono usufruire della pace contributiva coloro i quali hanno iniziato a versare contributi dopo il 1° gennaio 1996 ed hanno dei buchi contributivi di qualsiasi genere, anche non continuativi, sino a dicembre 2023.
Per usufruire di questa misura è necessario presentare un’apposita domanda all’Inps entro e non oltre la fine dell’anno in corso dato che, al momento, la pace contributiva è valida per il biennio 2024/2025. La richiesta può essere inoltrata online sul portale dell’Istituto di previdenza sociale o rivolgendosi ad un patronato o un Caf. Non solo, la domanda può essere inoltrata anche attraverso il proprio datore di lavoro. In caso di esito positivo dell’istanza, è necessario sapere che il riscatto è a carico del contribuente che dovrà versare l’importo dovuto in un’unica soluzione o dilazionarlo sino ad un massimo di 120 rate di pari importo, ma questo non potrà essere inferiore ai 30 euro mensili.
Infine, è necessario sapere che la pace contributiva prevede la deducibilità fiscale dell’onere. In sintesi, le somme versate per il riscatto dei contributi sono deducibili dal reddito complessivo del richiedente che potrà ottenere una riduzione del carico fiscale. La deduzione in questione, invece, può essere sfruttata dal datore di lavoro se è quest’ultimo a prendersi carico dell’onere del riscatto.





