Pensione, come aumentare l’assegno mensile con le integrazioni: il metodo che in pochi conoscono

Esistono delle particolari misure per aumentare l’assegno mensile della pensione: come fare e quali sono le integrazioni previste dalla normativa.

Tra meno di una settimana partiranno i pagamenti delle pensioni di agosto. Gli importi erogati dall’Inps arriveranno senza subire ritardi durante l’ottavo mese dell’anno, indipendentemente dalla modalità di pagamento scelta dal pensionato, dato che il primo giorno bancabile del mese è venerdì 1° agosto.

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Pensione, come aumentare l’assegno mensile con le integrazioni: il metodo che in pochi conoscono (Abruzzo.cityrumors.it)

Da giorni, invece, è disponibile il cedolino della pensione che i cittadini possono consultare in modo da verificare l’importo spettante con eventuali trattenute o conguagli. Proprio in merito alle somme spettanti, in molti non sanno che è possibile richiedere delle particolari integrazioni: in questo modo l’assegno percepito sarà più ricco. Vediamo di quali integrazioni si tratta e come richiederle.

Pensioni, come aumentare l’importo mensile dell’assegno: le integrazioni previste

Sono tanti i contribuenti che lamentano di ricevere un importo molto basso. I trattamenti pensionistici, secondo quanto stabilito dalla normativa, non possono scendere sotto una determinata soglia, definita “pensione minima”, che viene aggiornata ogni anno. Per il 2025, secondo l’indice di inflazione rilevato dall’Istat, tale limite è stato fissato a 603,40 euro mensili.

Euro banconote calcolatrice
Pensioni, come aumentare l’importo mensile dell’assegno: le integrazioni previste (Abruzzo.cityrumors.it)

Alcuni cittadini, purtroppo, non raggiungono questa soglia percependo una somma mensile più bassa. In realtà, per questi pensionati è prevista una particolare maggiorazione. Stiamo parlando dell’integrazione al minimo che, come si può intuire dal nome, serve per portare un assegno più basso alla soglia minima prevista. Questa integrazione non è erogata automaticamente a tutti i pensionati, ma solo a coloro i quali rispettano determinati requisiti. Nel dettaglio, l’integrazione al minimo spetta a chi:

  • essere residenti in Italia;
  • è titolare di una pensione diretta erogata dall’Inps;
  • ha maturato il diritto alla pensione con il sistema retributivo o misto versando contributi prima del 1° gennaio 1996;
  • Isee non oltre i 7.844,20 euro annui, soglia che sale a 15.688,40 euro all’anno per i pensionati coniugati.

Oltre a questo tipo di integrazione esistono le maggiorazioni sociali, rivolte ai soggetti che hanno compiuto il 60esimo anno di età e che versano in condizioni disagiate. Queste maggiorazioni, introdotte nel 1988, sono dei trattamenti che hanno come obiettivo quello di integrare l’importo mensile delle pensioni più basse per un totale di 13 mensilità. Gli importi delle integrazioni variano in base al reddito e all’età del contribuente. Di seguito, le somme previste per il 2025:

  • 25,83 euro mensili per i pensionati di età compresa tra 60 e 64 anni con reddito sino a 8.179,99 euro (15.182,96 euro per i soggetti coniugati);
  • 82,64 euro mensili per i pensionati di età compresa tra 65 e 69 anni con reddito sino a 8.918,52 euro (15.921,49 euro per i soggetti coniugati);
  • 136,44 euro mensili per i pensionati over 70 con reddito sino a 9.721,92 euro (16.724,89 euro per i soggetti coniugati).

Per ottenere queste misure è necessario inoltrare domanda all’Inps tramite il portale web o rivolgendosi ad un patronato o un Caf. In entrambi i casi bisogna presentare la documentazione che attesti di essere in possesso dei requisiti previsti.

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