Per i possessori di Partita Iva le cose stanno cambiando e sta scattando i controlli: fai attenzione, i dettagli che possono costarti caro.
Il periodo di Giugno e Luglio è uno dei momenti meno tranquilli per chi è in possesso di Partita Iva, che sia regime ordinario, semplificato o forfettario, per via della dichiarazione dei redditi che devi svolgere necessariamente prima per non incorrere in nessuna sanzione. In questo articolo però tratteremo proprio di questo argomento e dei terribili controlli da parte dell’Agenzia delle entrate che ti porterebbero via più di 50.000 euro se, chiaramente, vi sono delle irregolarità.
Negli anni, avere la Partita Iva è un operazione coraggiosa da parte del contribuente che deve pagare necessariamente i contributi e chiaramente l’IVA sottraendo parte del suo guadagno per versarlo all’Agenzia delle entrate, soprattutto ogni fine Giugno.
Ovviamente, le date possono essere posticipate ma devi essere molto attento a rispettarle per evitare sanzioni che possono essere davvero rischiose per il tuo benessere psico fisico. Tuttavia, per i nuovi possessori di Partite Iva, i controlli si sono solidificati sempre di più e, come affermato e stabilito dalla Legge di Bilancio, sono state introdotte nuove misure volte a verificare se il soggetto è pronto ad evadere le tasse.
Nel prossimo paragrafo, vi andremo a parlare, in misura preventiva di quello che vi succederebbe se decideste di evadere il fisco e di non pagare le tasse all’Agenzia delle entrate e, di conseguenza, all’INPS: fate molta attenzione, qui non si scherza più.
Periodo di pagamenti, in quanto ogni Partita Iva ha l’obbligo di versare i contributi e pagare le tasse nel termine prestabilito che dovrebbe essere il 30 giugno. Chiaramente, è sempre prevista la possibilità di rateizzare i pagamenti e, ancora, versarli in un unica soluzione poiché lo si faccia. Come abbiamo anticipato nel precedente paragrafo, qualcosa bolle in pentola ma in maniera negativa.
La legge di bilancio del 2023, precisamente al comma 15-bis.1 e 15-bis.2 dell’art. 35 del DPR n. 633/1972 (c.d. Testo unico IVA), fanno riferimento ai nuovi possessori di Partita iva, caratterizzate da brevi cicli di vita o da ridotti periodi di operatività.
A queste si aggiungono anche quelle già esistenti, quelle che, dopo un periodo di inattività o a seguito di modifiche dell’oggetto, riprendano ad operare con le medesime modalità. L’Agenzia delle entrate fa un controllo e trasmette i dati alla Guardia di Finanza e tiene presente ad alcuni elementi imprescindibili:
Se il titolare non adempie alle proprie facoltà, può rischiare una multa di 3mila euro prevista dall’art. 11, comma 7-quater D.L. n. 471/1997. E, ancora, se vi è una cessazione della partita IVA effettuata ai sensi dei precedenti commi 15-bis e 15-bis.1, con la presentazione della polizza fideiussoria può rischiare una sanzione non inferiore ai 50 mila euro.