Nuovo evasometro: ecco come funziona e quando entrerà in vigore il nuovo metodo di accertamento fiscale

Nelle indagini per contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale, verrà adottato l’evasometro: come funziona lo strumento di monitoraggio che sostituisce il redditometro.

Nei prossimi mesi debutterà un nuovo strumento di controllo per contrastare l’evasione fiscale, un fenomeno sempre più diffuso nel nostro Paese. Si tratta dell’evasometro che sarà utilizzato nelle indagini condotte dalla Guardia di Finanza e dall’ Agenzia delle Entrate in sostituzione del cosiddetto redditometro.

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Nuovo evasometro: ecco come funziona e quando entrerà in vigore il nuovo metodo di accertamento fiscale (Abruzzo.cityrumors.it)

L’attenzione del Fisco sulle eventuali operazioni illecite è sempre molto alta ed il nuovo strumento di controllo permetterà di individuare specifici profilo di rischio, ma anche di evitare che possano formarsi crediti inesigibili. Scopriamo come funziona l’evasometro e quali sono i soggetti a rischio controlli da parte del Fisco.

Evasometro, come funziona il nuovo strumento del Fisco: tutti i dettagli

L’Agenzia delle Entrate, che da sempre è impegnata nei controlli per contrastare l’evasione fiscale, a breve adotterà nelle indagini in tal senso, condotte in collaborazione con la Guardia di Finanza, un nuovo strumento: l’evasometro. Questo prenderà il posto del redditometro che si focalizzava su tutti i contribuenti senza distinzioni.

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Evasometro, come funziona il nuovo strumento del Fisco: tutti i dettagli (Foto da Ansa) – Abruzzo.cityrumors.it

Il nuovo strumento di indagine, invece, si concentrerà sui profili che sono maggiormente a rischio evasione fiscale. Come riporta la redazione di Money.it, l’evasometro sarà gestito dall’Uipar (Unità Integrata Permanente di Analisi del Rischio) e andrà a scansionare tutti quei contribuenti che potrebbero essere a rischio, ad esempio quelli con debiti con oltre 50mila euro, ma magari titolari di capitali all’estero. In particolare, questi profili verranno individuati incrociando i dati dell’anagrafe dei rapporti finanziari con lo scambio informazioni legato al Crs e i dati presenti sulla dichiarazione dei redditi. A quel punto, ai vari contribuenti verrà assegnato un punteggio che traccia il profilo di rischio.

L’obiettivo è anche quello di evitare la formazione di crediti difficili poi da recuperare: per questo motivo, le informazioni, su richiesta della Guardia di Finanza, verranno aggiornate mensilmente così che i debiti fiscali contratti dai contribuenti non salgano.

Inoltre, le indagini non si concentreranno sui profili che difficilmente potranno regolarizzare la propria posizione con il Fisco, ma su quelli che presentano delle anomalie, ad esempio le Partite Iva chiuse irregolarmente.

Infine, come spiega sempre la redazione di Money.it, l’accertamento nei confronti di un contribuente verrà avviato solo se vi sono le seguenti condizioni: anomalie tra reddito dichiarato e reddito ricostruito con le spese effettuate di almeno il 20% ed uno scarto tra reddito dichiarato e reddito ricostruito che deve superare dieci volte l’assegno sociale annuo, dunque, circa 70mila euro.

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