Novità Poste Italiane: blocco dei pagamenti dei bollettini e raccomandate, non si potranno più fare

Poste Italiane intende bloccare bollettini e raccomandate. L’amministratore delegato Matteo Del Fante chiarisce la sua posizione.

Il progresso implica inevitabilmente un’evoluzione nella realtà quotidiana di ogni singolo individuo. I servizi postali, più di tutti, hanno subìto un cambiamento significativo a causa della digitalizzazione. Esistono servizi che non hanno più (quasi) motivo di esistere.

Poste Italiane blocca il pagamento dei bollettini
I consumatori non potranno più pagare bollettini e raccomandate presso Poste Italiane – abruzzo.cityrumors.it

L’amministratore delegato di Poste Italiane, Matteo Del Fante, ha anticipato le intenzioni dei vertici di non offrire più ai consumatori la possibilità di pagare bollettini e raccomandate agli sportelli. Le motivazioni sono in realtà molto semplici.

Poste Italiane non garantirà più il pagamento di bollettini e raccomandate

Attualmente Poste Italiane, secondo un accordo pattuito con lo Stato Italiano, ha l’obbligo di offrire ai consumatori il cosiddetto servizio universale. Quest’ultimo, ai sensi dell’art. 3 del d. Igs n.261 del 1999, include la raccolta, lo smistamento, il recapito degli invii postali (fino a 2kg), “ivi compresi gli invii raccomandati e assicurati”, e dei pacchi fino a 20 kg. Tuttavia, come spiegato dall’amministratore delegato dell’azienda, garantire un’assistenza di questo tipo implica inevitabilmente dei costi.

Blocco da parte di Poste Italiane
Poste Italiane: Matteo De Fante non rinnova la concessione statale – foto: ansa – abruzzo.cityrumors.it

Nell’ultimo decennio le nuove tecnologie hanno provocato una riduzione significativa delle azioni consumate personalmente presso Poste Italiane. Per quanto in merito ai conti correnti ed agli introiti l’azienda abbia registrato ottime percentuali di crescita, il discorso è diverso in riferimento al numero di raccomandate e bollettini emessi. Per questo motivo, i vertici hanno avanzato l’ipotesi di non rinnovare la concessione statale in scadenza per l’anno 2026. “È ovvio che a Poste non conviene più essere fornitore di servizio universale” – ha concluso Del Fante.

Secondo una stima recente, solo il 5% delle operazioni svolte dai consumatori riguardano effettivamente il servizio universale. A fronte di questo, l’amministratore delegato ha chiesto allo Stato di studiare un’alternativa che possa soddisfare ambe le parti. Laddove Poste Italiane non rinnovasse la concessione statale, i consumatori dovranno seguire vie alternative per il pagamento dei bollettini e delle raccomandate. Ogni azione di questo tipo infatti implica un compenso, ridotto sensibilmente negli ultimi anni. Al contrario i costi operativi sono rimasti invariati.

Ciò nonostante, per quanto l’ambito dei servizi postali tradizionali stia sostanzialmente morendo, Poste Italiane detiene comunque il podio in altri settori. Lo scorso anno ha registrato un ricavo di circa 12 miliardi di euro, il 2% in più rispetto al 2017. Riguardo infine alla proposta governativa di privatizzare l’azienda, Del Fante non ha preso una posizione netta. Egli ha sottolineato che una scelta di questo tipo è di competenza esclusiva della coalizione.

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