Ci sono dei trucchi del tutto legali che permettono alle Partite Iva di dimezzare le tasse, lo sanno in pochi ma è una vera svolta: ecco di cosa si tratta.
Tutti sognano e spero un giorno di dover pagare meno tasse, così da essere sollevati dalle tante imposte obbligatorie. La bella notizia è che per chi lavora in proprio c’è un metodo completamente legale per poterci riuscire. Ci sono alcune agevolazioni fiscali che consentono di ridurre il peso delle tasse, ma è necessario sapere che cosa fare per non farsi trovare impreparati.
Come è risaputo, tutti i contribuenti sono tenuti a versare le tasse su quello che guadagnano, ci sono casi in cui si versa l’Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche), mentre in altri si è obbligati a una imposta sostitutiva. In qualunque caso, però, si è costretti a pagare. È un obbligo fiscale da rispettare, altrimenti si evade il Fisco. Tuttavia, anche chi è più ligio alle regole e non ha nessuna intenzione di avere problemi con l’Agenzia delle Entrate cerca sempre il modo per poter tagliare le tasse. Per fortuna ci sono dei metodi per le Partite Iva per pagare meno in modo legale, basta sapere che cosa fare.
Le tasse che vengono pagate da ogni contribuente servono a permettere allo Stato di garantire ogni servizio ai propri cittadini. Tuttavia, anche rispettando i propri obblighi fiscali è possibile pagare meno tasse. Chi lavora autonomamente ha la possibilità di dimezzare le imposte grazie al sistema della flat tax, disponibile per chi è in regime forfettario, che è stato introdotto con la legge 190/2014.
Parliamo di un regime fiscale rivolto a tutti coloro che hanno una partita Iva aperta e un fatturato entro gli 85.000 euro, a cui si applica un’aliquota del 15%, che è del 5% nei primi cinque anni di attività o in alcuni casi specifici. L’aliquota viene applicata sul coefficiente di redditività, quindi non sulla somma complessiva dei ricavi, che viene stabilito dalla legge su ogni categoria professionale.
Tale situazione permette quindi di pagare le tasse a forfait, mantenendo così una percentuale di guadagno esentasse. Come già anticipato, il coefficiente di redditività per le attività professionali cambia in base al tipo di lavoro dal 67% al 78%. Detto ciò, bisogna sottolineare che tutti coloro che rientrano nel regime forfettario non possono detrarre le spese, nemmeno quelle legate alla propria attività professionale.
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Anche i professionisti che sono in regime ordinario possono pagare meno tasse. La cosa incredibile è che vige la regola: chi più spende meno paga le tasse grazie al principio di inerenza che farà in modo di sottrarre dalle tasse le spese deducibili, l’importante è che siano sostenute effettivamente dal lavoratore titolare di partita Iva e con una fattura.
Entrando nello specifico, per ogni libero professionista sono deducibili dal reddito annuale alcune spese sostenute per la propria attività, tra queste ci sono: l’acquisto di libri e riviste professionali; i corsi di aggiornamento professionale; l’acquisto di materiale di cancelleria e di valori bollati; i costi per lavoro indipendente e prestazioni professionali occasionali; l’acquisto di strumenti per esercitare l’attività.
Come si può notare, quindi, le spese che possono essere detratte sono veramente molto. Anche perché in questo parterre rientrano anche le spese di rappresentanza, i pasti e pernottamenti, l’acquisto di una macchina, spesa per immobili a uso promiscuo e anche spese di telefonia. L’importante è che sia tutto dimostrabile tramite fattura e associato al lavoratore autonomo.