C’è un dettaglio sulla busta paga che trae tutti in inganno, ma la legge parla chiaro. Non tutti lo sanno e finiscono male: ecco cosa sapere.
Quando si parla di busta paga, ci si riferisce sempre a un documento che il datore di lavoro consegna al lavoratore ogni mese. Al suo interno sono riassunti tutti gli aspetti economici in merito alla retribuzione del dipendente per quel periodi di riferimento. In sostanza, è un prospetto che sta a indicare il guadagno lordo del dipendente, compresi i contributi e le tasse che vengono trattenuti, e qual è la cifra netta che viene percepita concretamente.
Un dipendente, quando riceve la busta paga cartacea, generalmente appone la propria firma, così da confermare sia di averla ricevuta e della conseguente visione. Tuttavia, forse qualcuno si sarà chiesto almeno una volta nella vita qual è il valore reale della firma, soprattutto se questa non viene messa per qualche ragione.
Anche perché, parliamoci chiaro, al giorno d’oggi sono sempre più numerosi i lavoratori che non firmano il cedolino, perché la maggior parte delle volte viene inviato in forma telematica. Mentre ci sono volte in cui il datore di lavoro non richiede espressamente la sottoscrizione oppure potrebbe esserci una dimenticanza. Andiamo a vedere che cosa succede e tutti i dettagli da conoscere.
La firma apposta sul documento mensile è più un’abitudine in tante realtà aziendali. Sono spesso i datori di lavoro che la pretendono, i quali chiedono al proprio personale di apporre una forma quando ricevono il cedolino, ma raramente viene previsto dal contratto del dipendente. Detto ciò, bisogna sottolineare che la firma non è obbligatoria per legge. I lavoratori hanno possono rifiutarsi di firmare per tutelare i propri interessi.
In tal senso, bisogna specificare che esiste il rifiuto motivato, quando viene chiesto al dipendente di confermare informazioni sbagliate o non corrispondenti al vero; e il rifiuto ingiustificato, nel caso in cui il lavoratore provoca un disagio aziendale senza ragioni. In quest’ultimo caso specifico, ogni dipendente va incontro a una serie di rischi che dipendono dalle aziende.
Generalmente, quando i lavoratori ricevono la busta paga sono chiamati a firmare due documenti diversi: la ricevuta dell’avvenuta consegna o la quietanza di pagamento. È molto importante leggere attentamente il documento che viene presentato dall’azienda per la sottoscrizione, osservando tutto con calma per verificare che corrisponda al vero.
Rendere al dipendente il prospetto disponibile è un obbligo, nel caso in cui non fosse rispettato ci sono delle conseguenze molto gravi. Firmando la ricevuta non implica che ci sia stato il pagamento dello stipendio, che invece può essere facoltativamente confermato con la firma della quietanza. In quest’ultimo caso, quindi, il lavoratore conferma di aver ricevuto lo stipendio.
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I dipendenti che decidono di non firmare la busta paga per ricevuta o quietanza di pagamento dello stipendio, anche nel caso in cui sono chiamati a confermare l’aver ricevuto il documento, potrebbero andare incontro a sanzioni disciplinari se il documento recita fatti reali, verificabili e corretti. Questa è la conseguenza peggiore che può esserci per un lavoratore che si rifiuta ingiustificatamente.
Tuttavia, è importante però specificare che è più rischioso firmare la busta paga sulla fiducia, quindi se non si è certi del contenuto all’interno. La sottoscrizione infatti fa presumere che il documento sia stato consegnato e che il pagamento dello stipendio sia avvenuto regolarmente, in base al contenuto del documento che è stato fatto firmare.
Per il dipendente può risultato molto più complicato intraprendere una casa per far rispettare i propri diritti, nel caso in cui non sia stato pagato o non abbia ricevuto il prospetto. In sostanza, il percorso diventa più complesso se vi è una sottoscrizione, per questo è necessario sempre leggere con attenzione e accertarsi di ogni informazione scritta.