In questo caso si rischia di vedersi arrivare una multa molto salata a causa del termosifone di casa. Si rischia una sanzione da 500 euro.
Arrivano i primi freddi e si fa largo anche la voglia di accendere il termosifone. Ma attenzione: l’accensione dei termosifoni non può avvenire in maniera arbitraria. Vanno rispettati i regolamenti statali che riducono il consumo di gas a scopi di protezione ambientale.
L’uso del riscaldamento autonomo nel nostro Paese è regolato dal decreto del Presidente della Repubblica del 16 aprile 2013. In base alla zona geografica le regole cambiano: per ogni città sono previsti parametri differenti. Pertanto è la legge a stabilire le date di accensione e spegnimento dei termosifoni.
Non solo: sono fissati anche la temperatura e il numero massimo di ore giornaliere di accensione. E per chi trasgredisce? Non si scherza: sono previste multe salate, a partire da 500 euro. Ecco quello che d’è da sapere e che sanzioni rischia chi fa di testa sua.
Come detto è una norma nazionale a regolare la gestione degli impianti termici. I comuni però hanno la possibilità di modificare le disposizioni statali in casi eccezionali come accadde in occasione dell’emergenza freddo dello scorso aprile, quando venne nuovamente autorizzata la riaccensione dei termosifoni.
L’Italia dei riscaldamenti è divisa in sei zone climatiche, ciascuna con differenti calendari di accensione e spegnimento dei termosifoni. Quest’anno i riscaldamenti potranno essere accesi, in base alla zona, tra il 15 ottobre e l’1 dicembre. Lo spegnimento invece avverrà tra il 15 marzo e il 15 aprile 2025.
Diventa dunque cruciale conoscere in quale zona è compresa la propria area geografica (dalla A alla F, da Sud a Nord dello Stivale) per non rischiare sanzioni. Chi trasgredisce le norme sul riscaldamento rischia infatti di vedersi comminare una sostanziosa sanzione pecuniaria. Una direttiva europea prevede multe che partono da un minimo di 500 euro fino a una soglia massima di 3 mila euro.
Non è tutto: ulteriori sanzioni possono arrivare dai comuni e dai regolamenti condominiali. Le amministrazioni comunali e i condomini possono multare i trasgressori con una sanzione pari a 200 euro per ogni violazione, importo che può aumentare fino a 800 euro in caso di recidiva. Multe salate insomma per chi non si allinea alla normativa in materia di riscaldamenti.
A certe condizioni i comuni possono derogare dalle date stabilite dal decreto presidenziale se ricorrono condizioni specifiche – come le temperature sopra la media – per modificare la data di accensione dei termosifoni. Hanno inoltre facoltà di modificare la temperatura massima, fissata dalla normativa generale a 19 gradi (con una tolleranza di 2 gradi).