Terremoto nel mondo dell’industria e dell’economia, una delle multinazionali più importanti del mondo licenzierà in massa.
Che si stia vivendo un periodo economicamente complesso è ormai chiaro da tempo, così come è chiaro che questa crisi che sembra senza sosta continuerà ad avere ripercussioni non solo nella vita di tutti i giorni e nell’aumento dei costi, ma anche nel mondo del lavoro.
Tantissime piccole aziende in questi anni sono state costrette a chiudere e altrettante a ridimensionare le spese e il personale allo scopo di sopravvivere alla crisi. A questo trend non si sottraggono nemmeno le multinazionali, specialmente quelle del settore tech, che da ormai un paio d’anni provvedono a chiusure e licenziamenti al fine di rilanciare i brand ed evitare di chiudere l’anno fiscale in pareggio o perdita.
A fare le spese di questa situazione complicata sono ovviamente i lavoratori, i quali si trovano da un giorno all’altro senza più un lavoro e senza più un reddito. Una situazione a cui dovranno abituarsi a breve altre migliaia di lavoratori: la notizia è giunta ormai da qualche giorno, ma continua a far discutere, una delle più grosse multinazionali del mondo chiuderà 5 stabilimenti e manderà a casa 15mila dipendenti.
Licenziamenti di massa in Volkswagen: le proteste questa volta non serviranno
La decisione di Volkswagen, uno dei più grandi gruppi automobilistici al mondo, è stata comunicata dalla dirigenza della compagnia tedesca agli analisti di Jefferies. Secondo quanto emerso la chiusura degli stabilimenti e i conseguenti licenziamenti sono stati una scelta obbligata per permettere al brand di risollevarsi dal periodo complicato.
In precedenza l’azienda aveva già stabilito un taglio di 10 miliardi di spesa allo scopo di tagliare i costi e rientrare in attivo entro il 2026, ma pare che gli ultimi report interni e le previsioni di mercato su medio-lungo termine abbiano evidenziato l’esigenza di ricavare ulteriori 5 miliardi che giungerebbero proprio dalle chiusure e dai licenziamenti.
Una mossa che ha spiazzato tutti e che sarà possibile per via della scadenza – che arriva proprio nel 2024 – degli accordi trentennali su salari e sicurezza del lavoro firmata con i sindacati degli operai. La fine dell’accordo offre al gruppo VK l’opportunità di avere ampi margini di manovra e di scavalcare il consiglio di sorveglianza che solitamente si oppone a simili decisioni.
Appare dunque certo che questo storico licenziamento di massa non possa essere evitato legalmente e secondo quanto riferito da Jefferies la multinazionale non avrebbe piani B per recuperare la cifra che gli serve per il rilancio del brand. Ciò nonostante i licenziamenti e le chiusure avverranno solamente a luglio 2025 e sono previste corpose buonuscite per tutti coloro che perderanno il lavoro.
Al contempo l’azienda si sta preparando a quelle che saranno le inevitabili proteste dei sindacati – il gruppo Audi ha già manifestato a Bruxelles contro le chiusure – cercando un nuovo accordo economico. Pare infatti che al fine di placare i lavoratori, a partire da gennaio 2025 ci sarà un aumento dei salari.