Gli italiani sono sempre più nel mirino del Fisco. Il pericolo del redditometro è stato scampato ma c’è l’anonimometro a controllare i conti.
La lotta all’evasione fiscale e al riciclaggio di denaro coinvolge tutti i cittadini. Nessuno è esente dai controlli, ogni italiano è a rischio e il Fisco non perdona nemmeno il minimo errore.
I movimenti finanziari dei cittadini sono sotto attento controllo dell’Agenzia delle Entrate. L’obiettivo è stanare gli evasori ma coinvolti nelle verifiche sono tutti gli italiani. Basta un’operazione poco chiara sul conto per risvegliare l’attenzione del Fisco e far scattare accertamenti. Inutile pensare che i soldi depositati a fatica sul conto corrente siano nostri e che possiamo gestirli come più ci piace. Tale pensiero è ben lontano dalla realtà.
Dobbiamo valutare con molta cautela il modo in cui spendiamo i soldi, accumuliamo risparmi e trasferiamo somme di denaro. Per non parlare dei prelievi e dei versamenti, costantemente nel mirino del Fisco. Tutto questo, come detto, per un nobile obiettivo, ridurre l’evasione fiscale. Il problema è che per individuare i disonesti possono finire nei guai anche gli onesti cittadini non appena commettono un’ingenuità. Inoltre gli italiani si sentono all’interno di un Grande Fratello, con il Fisco attento ad ogni loro mossa.
L’anonimometro, lo strumento che analizza i nostri movimenti finanziari
Il Redditometro è stato confermato a maggio 2024 e poi cancellato (almeno per ora). Invade troppo la privacy dei cittadini, non è stata accettabile una simile intrusione nella vita delle famiglie italiane. L’anonimometro, invece, sembra funzionare dando risultati senza invadere tale privacy. Questo strumento è un software semi-automatizzato che incrocia dati patrimoniali e finanziari al fine di individuare potenziali evasori fiscali. I dati dei contribuenti vengono pseudo-anonimizzati in fase di lavorazione.
Nel momento in cui emergono sospetti perché vengono individuati incrementi anomali o incongruità allora i dati raccolti smetterebbero di essere anonimi e l’Agenzia delle entrate deciderà se avviare verifiche più approfondite utilizzando anche fonti esterne.
In questo modo analizzerà lo stile di vita del contribuente e avrà più elementi per capire se procedere con una verifica fiscale mirata o se inviare una lettera di compliance per permettere al contribuente di difendersi o di regolarizzare la posizione.
Torniamo, infine, alla questione privacy che ha bloccato il Redditometro. Perché non accade lo stesso con l’anonimometro? Secondo l’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali, lo strumento non viola la privacy dei contribuenti e la pseudo-anonimizzazione dei dati impedisce indebiti accessi ad informazioni private prima che emergano precisi elementi di rischio di evasione.