INPS, controlli a tappeto sull’Assegno di Inclusione: a breve sospensioni

Partono i controlli a tappeto da parte dell’Inps sull’Assegno di Inclusione e molte famiglie potrebbero vederselo togliere da un momento all’altro.

Si torna a parlare di Assegno di Inclusione, il sussidio che, dallo scorso gennaio, è entrato in scena e ha sostituito il vecchio Reddito di Cittadinanza. Quest’ultimo, infatti – nato nel 2019 durante il primo Governo di Giuseppe Conte – è stato definitivamente cancellato dal Governo di Giorgia Meloni con la legge di Bilancio 2024.

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INPS, controlli a tappeto sull’Assegno di Inclusione: a breve sospensioni – abruzzo.cityrumors.it

L’Assegno di Inclusione ha importo e durata simili a quelli del vecchio RDC ma ottenerlo è molto più complesso mentre perderlo o vederselo sospendere è facilissimo. Proprio di recente l’Inps ha inviato una nuova comunicazione per informare tutti i percettori che sono stati inviati controlli a tappeto su tutte le famiglie che stanno fruendo del sussidio.

Migliaia di nuclei familiari potrebbero presto perdere l’agevolazione messa in campo dal Governo pur essendo perfettamente in regola con tutti i requisiti richiesti per ottenere l’ADI. Infatti basta non aver fatto in tempo una cosa semplicissima e l’Inps prima sospende e poi fa decadere l’aiuto di Stato.

Assegno di Inclusione: ecco chi rischia la sospensione

Potrebbe essere un brutto Natale per tante famiglie che, da un momento all’altro, potrebbero perdere – in via temporanea o in via definitiva – l’Assegno di Inclusione. L’Inps, nei giorni scorsi, ha dato il via a controlli a tappeto per verificare non solo i requisiti ma anche un altro piccolo dettaglio. Molti rischiano davvero grosso a causa di una dimenticanza.

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Assegno di Inclusione: ecco chi rischia la sospensione – abruzzo.cityrumors.it

Come anticipato nel paragrafo precedente, l’Assegno di Inclusione ha importo e durata simili al vecchio Reddito di Cittadinanza. Infatti consiste in un aiuto di 500 euro al mese – più eventuali altri 280 euro per le famiglie che vivono in affitto – e può essere erogato per 18 mesi. Dopo una pausa di un mese può essere prorogato per altre 12 mensilità.

Per avere diritto a questo aiuto di Stato è necessario che l’Isee della famiglia non superi i 9360 euro e che all’interno del nucleo familiare ci sia almeno un soggetto “non occupabile”: un minorenne, oppure un disabile con invalidità certificata pari o superiore al 74% o una persona che ha già compiuto 60 anni.

Ora molte famiglie potrebbero vedersi sospendere o togliere del tutto l’ADI anche se soddisfano tutti i requisiti e hanno completato tutta la procedura per ottenere l’aiuto. Come mai? Per una “dimenticanza”. Infatti per ottenere l’Assegno di Inclusione non è necessario che tutti i membri siano non occupabili. Possono benissimo fare parte della famiglia anche persone in grado di lavorare.

Se un componente della famiglia in grado di lavorare, inizia a lavorare e guadagna più di 3000 euro lordi all’anno, deve  comunicarlo all’Inps entro 30 giorni attraverso il modello ADI-Com Esteso. Se la comunicazione non avviene entro 30 giorni, l’Inps sospende l’Assegno di Inclusione. Se, invece, la comunicazione dell’inizio dell’attività lavorativa viene omessa per addirittura tre mese, allora l’Assegno di Inclusione decade.

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