Problemi per le pensioni del mese di maggio. Il cedolino sarà erogato in ritardo e presenterà ritenute pesanti: ecco lo scenario.
I pensionati italiani dovranno far fronte a delle notizie inerenti il cedolino di maggio non propriamente positive. Dopo il mese di aprile, anche a maggio il trattamento sarà erogato con un giorno di ritardo, ma non a seguito di una scelta dell’Inps quanto più per una decisione obbligata.
All’ingresso di maggio manca ancora qualche settimana ma è giusto già da ora capire quando arriverà e come sarà strutturato il cedolino della pensione di maggio. Il documento non presenterà alcun aumento ma solo le classiche, tante, trattenute. Un aspetto che fornisce una prima spiegazione sul fatto che l’Italia sia al sesto posto in Europa per peso degli oneri fiscali e sociali.
In sintesi, non ci sono buone notizie per i pensionati, anche se non sono attese neanche novità negative e che possono incidere sulla pensione in maniera profonda. Vediamo quindi cosa accadrà con il cedolino della pensione di maggio.
Pensioni di maggio, ritardi e trattenute: cosa sapere
Proprio come ad aprile, anche a maggio di quest’anno le pensioni verranno pagate con un giorno di ritardo. In entrambi i casi, il primo giorno del mese non consente di effettuare operazioni bancarie e postali in quanto coincide con un festivo (il primo aprile è coinciso con Pasquetta, mentre a maggio si assisterà alla Festa dei lavoratori).
Per tale ragione, come stabilito dalle regole per il pagamento del trattamento pensionistico, l’accredito è rinviato al giorno seguente. L’assegno con rateo di maggio viene pagato alla prima giornata utile successiva, giovedì 2 maggio.
Il cedolino, salvo casi eccezionali, sarà identico a quello di aprile. Le prestazioni di invalidità civile, gli assegni sociali e le prestazioni non assoggettate alla tassazione per particolari motivazioni non subiranno alcuna trattenuta fiscale, per tutte le altre bisogna procedere al calcolo delle imposte.
Si parte con le trattenute del conguaglio per i cittadini a cui è risultato un debito al termine del ricalcolo a consuntivo. Si prosegue con la trattenuta per i pensionati titolari di un trattamento fino a 18.000 euro per i quali dal conguaglio è emerso un debito di oltre 100 euro.
Si affiancano le trattenute che si applicano a tutti i pensionati: la ritenuta Irpef in acconto per il 2024. Questa presenterà un risparmio fino a 21 euro al mese per i redditi superiori a 15.000 euro e sarà calcolata, al momento, su una stima degli importi che l’Inps prevede di erogare al diretto interessato.