Essere nullatenenti diventa reato e scatta l’intervento della Finanza

Quando essere nullatenenti può diventare un reato e scattano i controlli della Finanzia: attenzione a questi casi. Leggi con molta attenzione.

Al contrario di quanto si possa pensare, essere nullatenenti non è sinonimo di senzatetto, semplicemente vuol dire non possedere beni pignorabili. Pertanto, anche chi fiscalmente risulta essere nullatenente può avere una casa, una pensione inferiore al minimo vitale o una polizza sulla vita sebbene per il Fisco nulla di tutto ciò sia pignorabile.

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Quando essere nullatenente è un reato -Abruzzo.cityrumors.it

Ma quand’è che risultare nullatenenti può costituire un reato? Per rispondere alla nostra domanda è necessario innanzitutto capire quali meccanismi si nascondo dietro a questa condizione più comune di quanto non si creda. Per spiegarlo meglio faremo anche alcuni esempi pratici.

Quando essere nullatenenti diventa reato: attenzione a questi casi

Come abbiamo anticipato poco fa, essere nullatenenti in realtà non vuol dire non avere nulla, ma semplicemente che i beni in nostro possesso non sono pignorabili da Fisco. Tuttavia, è importante capire in questi casi, quando essere nullatenente può diventare reato.

quando essere nullatenente è reato
I casi nei quali essere nullatenente diventa reato punibile civilmente e non solo-Abruzzo.cityrumors.it

Per prima cosa, facciamo un passo indietro. Quando una persona nullatenente è comunque proprietaria in qualche modo di un bene molto probabilmente è perché lo ha intestato a terzi, siano essi persone fisiche o società.

Questa opzione è del tutto legale. Le nostre leggi infatti prevedono il cosiddetto trust, un contratto con cui si intestano uno o più immobili in capo a una società fiduciaria, non risultandone più proprietari. Ad ogni modo, non bisogna dimenticare che intestare i propri beni a terzi è illegale in alcuni casi ben precisi, ovvero quando lo scopo è:

  • danneggiare i diritti di terzi (ad esempio quelli dei creditori);
  • eludere il pagamento delle imposte.

Dunque, possiamo dire che l’intestazione di beni a terzi risulta essere fittizia e, quindi, illegale, quando si vuole evitare di ripagare dei debiti o trarre un indebito risparmio fiscale. Nello specifico, nel primo caso non si commette un vero e proprio reato, ma un illecito civile a fronte del quale il creditore può esperire la cosiddetta azione revocatoria entro cinque anni dall’atto contestato, così da rendere inefficacie la cessione del bene e poterlo poi pignorare.

Nel secondo invece, se il debito è superiore a 50 mila euro e le imposte evase sono quelle sui redditi (Irpef, Ires) e Iva, si configura un reato a tutti gli effetti, in quanto si tratta di una sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Pertanto, dichiararsi nullatenente al fine di non pagare le tasse è da considerarsi un reato. Se l’obiettivo è non ripagare i propri debiti si tratta di un illecito civile (inadempimento). C’è, però, un ultimo caso da considerare e cioè quello di insolvenza fraudolenta.

Questo illecito penale scatta tutte le volte in cui un soggetto conclude un contratto pur sapendo di non poter adempiere, simulando una situazione economica diversa dal reale al fine di ingannare il creditore (dissimulazione dello stato di insolvenza e contrazione di obbligazioni che non si possono adempiere).

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