In caso di Certificazione Unica non inviata o errata si rischia di dover pagare delle sanzioni, ma se si usa questo strumento si può evitare.
Cosa succede a chi non fa fronte ai propri obblighi fiscali in Italia? In questi casi l’Agenzia delle Entrate provvede a fare dei controlli e a punire chi non rispetta scadenze e obblighi con pene pecuniarie o anche peggiori, ad esempio con il pignoramento.
In questo periodo dell’anno, ad esempio, bisogna fare la dichiarazione dei redditi e provvedere a pagare tutte le imposte dovute. Il termine per presentare la propria dichiarazione nel 2024 è fissato al 30 settembre, ma in molti hanno già provveduto a fare i conti.
Quando si affrontano tutti questi obblighi fiscali e burocratici, però, è possibile incorrere in errori e ritrovarsi a dover pagare delle sanzioni nei confronti del fisco. Uno dei casi più comuni, ad esempio, è quello di una Certificazione Unica (CU) inviata in ritardo o inviata con alcuni errori di compilazione.
Questo modello permette di dichiarare i propri debiti anche a coloro che lavorano autonomamente o con collaborazioni occasionali o continuative. In altre parole torna utile a tutti coloro che non hanno un vero e proprio contratto da lavoratori dipendenti, per i quali si ricorre invece al modello 730. Ma cosa possiamo fare se sbagliamo a compilare il documento?
Quando incorriamo in errori nella documentazione possiamo ricorrere a uno strumento piuttosto utile che prende il nome di ravvedimento operoso. Esso permette di correggere i documenti inviati, oppure di inviare tardivamente dei documenti, evitando così le sanzioni. In altri casi, invece, il ravvedimento operoso ci permette di pagare le stesse sanzioni in misura ridotta.
Stando a quanto chiarito dall’Agenzia delle Entrate nella circolare n. 12/E dello scorso 31 maggio, questo strumento è applicabile anche nel caso di CU errato o inviato tardivamente. Grazie al ravvedimento operoso si può quindi evitare la sanzione in caso di CU corretta inviata entro 5 giorni successivi alla scadenza per l’invio.
Nel caso di CU inviata tardivamente o non inviata, invece, è prevista una sanzione progressiva, che parte da un valore di 100 euro fino a un massimo di 50mila euro per sostituto d’imposta.