Pro e contro per il cappotto termico ma soprattutto gravi difetti che possono portare ad altrettanti danni: ecco perché.
Il cappotto termico è oggetto di frequenti discussioni, benché se ne senta parlare molto spesso, specialmente per rivestire gli edifici condominiali. Una soluzione apparentemente utile, tuttavia non sempre bene accetta. Generalmente la sua funzione sarebbe quella di isolare la struttura sia dal punto di vista termico che sotto l’aspetto acustico. Quindi le ditte specializzate installano materiali particolari, tali da creare questa ‘protezione’. Ciononostante è tutt’altro che conveniente e sicuro.
Oltre alla questione puramente economica, comunque da non sottovalutare, esso può comportare situazioni spiacevoli, arrecando notevole disagio. Bisognerebbe valutare analiticamente le condizioni per cui si richiede il montaggio di pannelli isolanti, il budget e se vi sono i presupposti per poter agire poiché non tutti i palazzi presentano l’idoneità. Non è facile, anzi, quando si palesa un contesto simile, i toni si alzano e le tensioni aumentano. A questo punto, si illustri il motivo per il quale fare molta attenzione.
Cappotto termico, allarme: il rischio danno è vicino
Nonostante il costo per la sua installazione sia ingente, in un secondo momento il cappotto termico permette di ridurre palesemente le bollette nonché l’impatto ambientale, infine ricavarne il vantaggio della efficienza energetica, potendo trarre conclusioni solamente raffrontando la temperatura prima e dopo l’impianto. Ma come previamente accennato, non sempre esso si rivela portatore di benefici, rischiando seri danni alla costruzione oltre che alle famiglie.
Si è già ampiamente trattato dei casi in cui è vietata l’installazione del cappotto termico, tuttavia, anche quando è ammesso può causare problemi. A tal riguardo, al fine proprio di illustrarne i potenziali difetti, parlano gli esperti specializzati sostenendo che lo stesso non permette alle case di respirare perché crea, giustappunto, uno strato che ‘soffoca’ le mura ostacolando così il passaggio d’aria. In questo frangente sorgono zone ammuffite e ciò “costringe a tenere le finestre aperte con il riscaldamento acceso“.
È chiaro che su queste premesse, il risparmio energetico verrebbe meno incrementando, al contempo, le spese. Oltretutto, il Professore Dall’Ò, docente di Fisica Ambientale al Politecnico di Milano, evidenzia un altro aspetto importante: la certezza di affidarsi a imprese serie e competenti “altrimenti c’è il rischio che qualcuno compri un isolante qualunque e lo appiccichi sui muri” vanificando, dunque, non solo l’operazione in sé ma anche gli eventuali vantaggi poco sopra descritti.
Perciò vi sarebbe un sola soluzione per definire essa ‘ecologica’: “al fine di trattenere il caldo d’inverno e avere il fresco d’estate costruire muri spessi di 80 cm, come si faceva nell’Ottocento“.