Buoni Poste, prestare la necessaria attenzione ai particolari. Il significato della sigla “CPFR” e che cosa comporta.
I prodotti di Poste italiane interessano un numero sempre più elevato di settori dalle assicurazioni alla previdenza integrativa, dall’energia alla telefonia fissa e mobile, andando incontro a tutte le esigenze e richieste del pubblico. Poste quindi si propone anche con altro rispetto alle consuete offerte per corrispondenza, spedizioni, risparmio e investimenti.
Le caratteristiche di praticità e di semplicità di gestione, oltre a costi assolutamente contenuti si sommano alla garanzia dello Stato, mediante il MEF (Ministero dell’economia e delle Finanze) e Cassa Depositi e Prestiti (CDP). Questo fa si che i prodotti finanziari di Poste siano molto graditi alla clientela del Paese. Si spiega così il successo dei prodotti finanziari tra risparmiatori e famiglie. Senza poi dimenticare la possibilità di acquisto dei servizi mediante gli uffici postali, presenti ovunque nel territorio nazionale.
Tra i prodotti che gli italiani certamente conoscono e acquistano ci sono i Buoni fruttiferi postali, strumento pensato per consentire un rendimento dei risparmi con rendimenti sicuri e prevedibili fin dal momento della stipula del contratto.
Sono emessi dal Cassa Depositi e Prestiti con la piena garanzia dello Stato Italiano, mentre Poste si occupa della presentazione e vendita al pubblico. Sono infatti acquistabili negli uffici postali, nel formato cartaceo e in quello dematerializzato. Le tipologie esistenti di Buoni postali sono diverse e i clienti possono scegliere la più adatta alle caratteristiche di investimento, dal Buono 4 anni plus al Buono dedicato ai minori, dal Buono soluzione eredità al Buono risparmio sostenibile.
Un’altra interessante possibilità è quella di avere più cointestatari dei buoni acquistati. Infatti è possibile la cointestazione del Buono al momento dell’acquisto, con un numero non superiore a 4. Inoltre è ammessa la facoltà di rimborso disgiunto per ciascun intestatario, con la possibilità di escludere questa facoltà al momento della sottoscrizione.
Significa che con la cointestazione a firma disgiunta ogni sottoscrittore ha il diritto di essere rimborsato per intero e non pro quota. La sigla “CPFR” significa proprio con pari facoltà di rimborso. Quindi ciascuno degli intestatari può in maniera del tutto autonoma, richiedere il rimborso del buono, presentando a vista il buono stesso all’ufficio postale.
Una situazione del genere può essere quindi molto delicata e determinare contrasti e divergenze molto accese, che non di rado finiscono in tribunale soprattutto nelle questioni inerenti eredità e successioni. Bisogna quindi ponderare con attenzione la scelta di accettare la clausola CPFR, prima della sottoscrizione del buono contestato.