Buoni Poste, il significato della sigla “cpfr” presente su alcuni titoli non è affatto sa sottovalutare. Comporta conseguenze decisive.
Tra gli strumenti di risparmio e piccolo investimento preferiti dalle famiglie italiane ci sono senza ombra i buoni fruttiferi postali. Il prodotto di risparmio garantito dallo Stato ed emesso da Cassa Depositi e Prestiti (CDP) raccoglie molto apprezzamento per il rendimento sicuro, senza costi di sottoscrizione e di rimborso. queste caratteristiche insieme alla facilità di gestione ne decretano il successo.
I buoni inoltre sono un prodotto che può adattarsi alle varie esigenze degli acquirenti. Ne esistono infatti di diverse tipologie dal buono 4 anni Plus, al buono rinnova 4 anni, dal buono risparmio sostenibile al buono dedicato ai minori. Ognuno di questi prodotti varia per durata e rendimento. Ma tutti consentono di far fruttare i risparmi con una maturazione degli interessi.
Tra le caratteristiche dei questo strumento poi c’è la possibilità di acquistarlo in forma dematerializzata o cartacea. Quest’ultima formula prevede che alla sottoscrizione, il titolare riceve un titolo cartaceo che deve essere presentato in occasione di un rimborso anticipato o alla scadenza. Il titolare del titolo è responsabile della sua custodia e del suo utilizzo.
Un’altra caratteristica del buono fruttifero di Poste italiane è la possibilità di una sottoscrizione multipla, per un numero massimo di firmatari (sono escluse cointestazioni tra maggiorenni e minorenni, come tra minorenni) non superiore a quattro. Con la cointestazione esiste una facoltà di rimborso disgiunto per ciascun titolare. Questa possibilità tuttavia può essere eliminata all’atto della sottoscrizione.
A proposito del rimborso, occorre fare attenzione a un particolare che a volte sfugge. Sul titolo cartaceo può essere presente la dicitura “spfr“, acronimo che sta per “pari facoltà di rimborso“. Significa che ciascuno dei titolari può richiedere il rimborso del buono. È sufficiente presentare il titolo cartaceo nel momento della richiesta.
Questo aspetto non è da sottovalutare, perché Poste non è tenuta a verificare l’accordo tra sottoscrittori al momento della richiesta di rimborso per un titolo cointestato. Se il titolo presenta la sigla “cpfr”, a uno dei titolari basta presentare il documento cartaceo. Per evitare fraintendimenti tra le parti è sufficiente escludere questa clausola nel momento in cui si acquista e si sottoscrive il buono.
Ricordiamo che i buoni fruttiferi di Poste possono essere comprati in qualsiasi ufficio postale oppure, in forma dematerializzata o cartacea. Oppure online sul sito di Poste, sull’applicazione BancoPosta, ma esclusivamente nel formato dematerializzato.