Chi vive in condominio ha la possibilità di pagare le spese previste in contanti? Una sentenza elimina ogni dubbio.
Vivere in condominio comporta la necessità di dover sottostare a una serie di regole, stabilita dall’assemblea a cui hanno la possibilità di partecipare tutti i residenti e valide anche se si è proprietari dell’immobile. Ogni condomino ha però l’obbligo di pagare una quota mensile per le spese di gestione, che vengono stabilite prima del trasferimento e che in genere restano uguali, salvo eventuali cambiamenti che saranno comunicati dall’amministratore
Questa è una figura cruciale. che ha il compito di sanare eventuali diatribe che possono sorgere, oltre che di occuparsi dei vari aspetti, ordinari e straordinari, relativi allo stabile.
La cifra che si deve versare viene sancita in una delle riunioni che si tengono periodicamente e deve essere accordata da tutti. Non è escluso, però, possano esserci delle spese non previste da gestire, in questo caso è necessario parlarne e valutare come procedere. E’ ovviamente necessario ricevere l’ok da parte della maggioranza.
Le spese del condominio possono essere pagate in contanti?
L’uso dei contanti si è drasticamente ridotto, inutile negarlo, sono in pochi a pagare anche solo la spesa al supermercato con le banconote. Nonostante questo, c’è chi preferisce, soprattutto per comodità, tenere con sé almeno qualche decina di euro da usare all’occorrenza, almeno per i piccoli importanti, come accade ad esempio quando si acquista la pizza da asporto o si prendono caffé e giornali.
In molti ambiti sono però espressamente richiesti dei pagamenti tracciabili, quindi con bonifico o assegno, così da tenere traccia anche a distanza di tempo di quanto speso, cosa utile soprattutto se dovessero esserci contestazione o per la detrazone a fini fiscali. Questo vale anche per le spese del cndominio?
A chiarire la situazione ci pensa l’articolo 1129 del Codice Civile, dove al comma 7 si sottolinea l‘obbligo da parte dell’amministratore di aprire un conto corrente (vale sia in banca sia in posta), dove saranno versate tutte le varie spese relative allo stabile. In un’ottica di trasparenza, oltre che per avere la garanzia che tutto sia regolare, si tende a pensare sia necessario evitare i contanti, modalità che non rende quanto fatto tracciabile.
In realtà, la norma fa riferimento a quanto debba essere fatto dall’amministratore, non tanto dai condomini. E’ quindi loro facoltà scegliere la modalità di pagamento che ritengono più comoda. Non ci sono quindi preclusioni particolari all’uso dei contanti, come messo in evidenza dalla sentenza del 3 febbraio 2023 emessa dal Tribunale di Napoli, che si è espresso al rifiuto di un amministratore di un pagamento in contanti.
Il giudice ha ribadito come non ci sia alcun divieto per un condomino di usare i contanti, mentre è fondamentale che quanto versato confluisca nel conto corrente condominiale, così che tutti i residenti possano vedere quanto fatto dagli altri.
C’è comunque un caso in cui si può subire un rifiuto all’utilizzo delle banconote, ma non si tratta d una regola generale. Questo vale se è l’assemblea condominiale ad avere stabilito l’obbligo di pagare con bonifico. Non solo, la regola deve essere tenuta presente anche se la cifra supera i 5 mila euro, ma si arriva evidentemente a questo livello se ci sono degli arretrati da regolarizzare.