Il Governo ha introdotto un nuovo bonus del valore di 850 euro, che si aggiunge all’attuale assegno di accompagnamento.
Dal 1° gennaio, molti contribuenti potranno accedere a un nuovo contributo mensile integrativo all’assegno di accompagnamento. Il bonus, pari a 850 euro, verrà quindi sommato agli attuali 531,76 euro previsti per chi presenta una disabilità importante, arrivando così a un valore complessivo di quasi 1.400 euro mensili.
Come noto, l’assegno di accompagnamento è destinato a chi ha condizioni fisiche tali da non consentire l’autosufficienza, soprattutto fuori casa.
Tuttavia, questa categoria non è l’unico requisito per presentare la domanda; sarà necessario rispettare parametri specifici. Chi possiede i requisiti potrà ricevere fino a 1.381,76 euro al mese, una somma non soggetta a pignoramento né inclusa nel reddito a fini fiscali. Vediamo a chi spetta questo bonus e come richiederlo.
Come accennato in apertura, il bonus previsto per il prossimo anno sarà cumulabile con l’indennità di accompagnamento. Tuttavia, il provvedimento è rivolto esclusivamente a una fascia ristretta di beneficiari, con l’intento di aiutare solo chi presenta condizioni economiche e sanitarie estremamente limitanti.
Entrando nel dettaglio, dal 1° gennaio 2025, con il Decreto Anziani (articolo 34 del decreto legislativo numero 29 del 15 marzo), parte una nuova sperimentazione che introduce un assegno di assistenza per anziani ultraottantenni considerati ‘fragilissimi’.
Questo bonus, di 850 euro mensili, potrà essere usato esclusivamente per coprire i costi legati a cure e assistenza, come pagare badanti e personale qualificato per la cura a domicilio. I principali requisiti sono:
Come si legge dal Decreto, il bonus sarà destinato esclusivamente ai servizi di assistenza. Potrà essere utilizzato per retribuire badanti o operatori di cura regolarmente contrattualizzati secondo i contratti collettivi nazionali del settore. In alternativa, potrà essere speso per acquistare servizi di assistenza domiciliare, a patto che provengano da imprese qualificate. L’INPS avrà la possibilità di revocare il bonus qualora si accorgesse che i fondi non siano stati destinati a queste finalità.
Al momento non sono ancora state chiarite nel dettaglio le modalità operative per fare domanda, ma è probabile che si tratterà di una procedura gestita dall’INPS che prevederà l’uso della piattaforma online o l’assistenza di Caf e patronati. Una volta presentata la richiesta, l’ente verificherà la condizione del richiedente, e, con buone probabilità, chiederà di fornire l’ISEE sociosanitario, un documento specifico che calcola il reddito e il patrimonio familiare limitatamente al nucleo ristretto.