Attenzione: caregiver e disoccupati possono ricevere un cospicuo assegno mensile ma solo se presentano la domanda entro una certa data.
Disoccupati e caregiver non c’è tempo da perdere: potete ricevere ogni mese un assegno da parte dell’Inps per anche più di tre anni ma dovete fare richiesta in fretta perché il tempo sta per scadere. Inoltre, non solo dovete presentare domanda per ottenere il beneficio ma dovete anche fare richiesta affinché vi venga riconosciuta l’idoneità.
In pratica una richiesta sarà volta al riconoscimento dei vostri requisiti – cioè del vostro stato di disoccupati o di caregiver – mentre la seconda domanda sarà quella effettiva per il riconoscimento dell’assegno mensile dell’Inps. Non si tratterà di un sussidio di poco conto ma di un assegno che può arrivare anche fino a 1500 euro al mese e che vi accompagnerà fino alla pensione.
Questo assegno si rivolge solo a categorie specifiche tra cui, in primis, disoccupati che non beneficiano più dell’indennità di disoccupazione Naspi e persone che svolgono il ruolo di caregiver – sia di un coniuge che di un genitore o di un figlio o di un parente fino al secondo grado – da almeno sei mesi.
In arrivo un importante aiuto economico che si rivolge a disoccupati e caregiver: un assegno che può arrivare anche a 1500 euro al mese fino all’età della pensione. Ma non c’è tempo da perdere: il tempo utile per fare richiesta sta per scadere. Con una recente comunicazione l’Inps ha ricordato a tutti gli interessati che c’è tempo fino al 30 novembre per fare richiesta di pensione anticipata con Ape sociale.
Questa misura – nata nel 2017 e riconfermata anche per il 2025 – si rivolge a caregiver, disoccupati ma anche lavoratori con invalidità pari o superiore al 74% e addetti a lavori usuranti. E’ necessario presentare non solo domanda di prepensionamento ma anche domanda per la verifica delle condizioni di accesso alla pensione anticipata.
Per fruire di Ape sociale, infatti, oltre ad appartenere ad una delle categorie sopra menzionate è necessario anche:
Caregiver e disoccupati, dunque, possono accedere alla pensione con solo 30 anni di contributi e a 63 anni e 5 mesi: quasi 4 anni prima rispetto all’età pensionabile per la pensione di vecchiaia. Ape sociale non è una vera e propria pensione ma, piuttosto, un “assegno ponte” che accompagna la persona fino all’età della pensione di vecchiaia.
Infatti, a prescindere dai contributi maturati, con Ape sociale l’assegno mensile non può mai superare i 1500 euro e, non trattandosi di una vera pensione, non è nemmeno soggetto alla rivalutazione annua, non è reversibile e non sono previste né la tredicesima né la quattordicesima. Chi sceglie di accedere alla pensione anticipata con Ape sociale non può tornare a lavorare.
Ammesso solo il lavoro autonomo occasionale fino ad un massimo di 5000 euro all’anno. Tutte le limitazione sopra elencate verranno meno quando il titolare dell’assegno compirà 67 anni: a quel punto l’Inps gli riconoscerà la sua pensione di vecchiaia ordinaria con tanto di tredicesima e quattordicesima e, se vorrà, potrà anche tornare a lavorare.