Dal primo luglio le retribuzioni di dipendenti e collaboratori possono essere erogate solo tramite mezzi di pagamento tracciabili.
Come previsto dalla legge di Bilancio 2018, dal primo luglio i datori di lavori non possono più pagare i propri dipendenti e collaboratori in contanti. La nuova normativa prevede infatti che, a prescindere dalla somma trasferita, i pagamenti devono essere effettuati tramite strumenti tali da garantire la tracciabilità del denaro come, ad esempio, bonifici o assegni.
Lo stop allo stipendio in contanti vale sia per i rapporti di lavoro dipendente, che per quelli di collaborazione coordinata e continuativa. In questi casi, i datori di lavoro che dovessero continuare ad erogare lo stipendio in contanti rischiano una sanzione da 1.000 a 5.000 euro.
Nessuna novità invece per le prestazioni occasionali, che possono ancora essere pagate in contanti a patto di rispettare il limite, in vigore dal 2016, previsto dalle norme antiriciclaggio, che fissano a 2.999,99 euro la soglia massima per i pagamenti in contanti.