Presenti all’incontro il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, l’assessore al Turismo Mauro Di Dalmazio, l’assessore al personale Federica Carpineta, il presidente regionale Federalberghi Gianmarco Giovannelli oltre che una delegazione di Ccnsiglieri Confcommercio. A fare gli onori di casa il sindaco Rocco Catenaro. Si tratta di finanziamenti a fondo perduto di iniziative legate all’incentivazione e sviluppo di servizi turistici. Il fondo stanziato è pari a 5 milioni di euro.
Questo il commento della presidente di Confcommercio Chieti, Marisa Tiberio: “Noi imprenditori della provincia di Chieti auspichiamo, vivamente, che l’obiettivo primario della Regione possa essere il Turismo,vera risorsa non solo economica del Paese ma anche sociale e culturale. Occorre incentivare alla crescita le singole imprese, perché in questo modo si contribuisce ad aumentare la competitività del nostro territorio e, perché no, a creare nuovi posti di lavoro. A riguardo, gli ultimi dati della Camera di Commercio di Chieti non sono cosi confortanti: in provincia, nel terzo trimestre di quest’anno, le attività dei servizi di alloggio e ristorazione (strutture ricettive, bar , ristoranti ecc), registrate sono 2702. Nell’ultimo trimestre di quest’anno abbiamo avuto 28 nuove iscrizioni e 39 cessazioni. Un saldo negativo, purtroppo, di 11 imprese. E se il turismo in provincia di Chieti piange, il commercio è in ginocchio, nell’ultimo trimestre su 9.584 imprese registrate, abbiamo avuto 77 nuove iscrizioni e 117 cessazioni. Quaranta imprese commerciali in meno, in provincia, solo nell’ultimo trimestre: praticamente un’ecatombe. Per arginare tale emorragia di imprese e posti di lavoro è necessario che il pubblico e il privato facciano squadra , in quest’ ottica ben vengano le costituzioni delle Dmc – Destination Management Company – e delle Pmc – Product Management Campany, e ben vengano le incentivazioni allo sviluppo dei servizi turistici. Confcommercio Chieti è invece assolutamente contraria all’introduzione di balzelli di natura medioevale come la tassa di soggiorno, non è possibile scaricare i costi della crisi sulle strutture ricettive già vessate da tasse di ogni sorta”.