Lanciano. “Lanciano è città non più appetibile dal punto di vista commerciale, soprattutto per i centri dell’hinterland. E questo anche a causa del fatto che la città – da corso Trento e Trieste a Viale delle Rose, al centro storico – è stata trascurata. E la colpa non è solo dell’attuale amministrazione, ma anche delle precedenti. Lanciano ha bisogno di essere rivitalizzata”. Così Fausto Memmo, presidente di Lanciano dell’associazione Ascom Abruzzo.
“Corso Trento e Trieste – afferma Memmo – non è proprio ciò che ci si aspetta da un centro città: sono decenni che vengono annunciati interventi di riqualificazione, con progetti che si accavallano. Finora nulla si è mosso. E ciò che salta agli occhi, di quest’arteria, il cuore della città, sono la trasandatezza e quel terribile asfalto”.
“Il centro storico è nel degrado e i residenti – da Santa Maria Maggiore a Corso Roma – si lamentano. Nessuna amministrazione si è occupata di restituire decoro agli antichi quartieri. Invece si è pensato a chiudere alcune strade di essi, introducendo la Ztl (Zona a traffico limitato), contestatissima e a causa della quale molti commercianti hanno visto clienti e affari diminuire vistosamente. Se poi a ciò si aggiunge che stiamo attraversando un momento difficile… Di solito – dichiara Memmo – prima si pensa a riqualificare una zona e poi la si vieta al traffico. Qui si sono chiuse le strade e basta: in queste condizioni la Ztl non ha senso. C’è poi il fatto che l’amministrazione, con la Ztl, ha creato molta confusione, con provvedimenti che si accavallano e si annullano. Prima attiva i semafori, anche se per legge non avrebbe potuto farlo, poi li toglie; cambia e ricambia gli orari. Si improvvisa e si sperimenta a scapito di cittadini, che hanno ricevuto pacchi di multe, e degli imprenditori che operano in questi quartieri. Le migliaia di contravvenzioni recapitate per la Ztl – fa ancora presente Memmo – hanno scoraggiato gli automobilisti a passare sulle strade interessate dal provvedimento, anche quando esse sono aperte al traffico, rendendole di fatto off limits. E questo a danno dei commercianti”.
“Altra questione, via Del Mare – sottolinea Memmo -. Qui è stata avviata la realizzazione di un’opera, la pista ciclabile, e i lavori non sono terminati. Sono stati lasciati a metà. Oltre al fatto che si tratta di un intervento progettato e realizzato male, esso non è stato concertato con residenti e commercianti. La concertazione è necessaria quando si prova a rivoluzionare un quartiere. Non si può imporre in maniera drastica un’idea, seppure buona. Si tratta, tra l’altro, di un progetto criticato dai commercianti, che parlano di introiti ridotti. L’opera può essere modificata e migliorata”.
E’ nel completo degrado, poi, la zona industriale di Lanciano, compresa tra viale Cappuccini e la variante 84 Frentana. Un’area in cui sono rimaste importanti realtà commerciali e che operano nel settore dei servizi, eppure completamente trascurata. “Capannoni sfitti, talvolta malandati e abbandonati; strade di accesso disagevoli (è appena una strettoia , anche piena di buche, quella di collegamento con la variante Frentana e il panorama non migliora se guardiamo dal lato di viale Cappuccini); pubblica illuminazione inadeguata, scarsa pulizia ed erbaccia spesso alta che fa da contorno al paesaggio”: sono alcune delle situazioni di incuria e disagio, sotto gli occhi di tutti. “La zona – dice Memmo – è, per la città, un’opportunità di crescita. Basta col rimpallo di responsabilità tra il Comune di Lanciano e il Consorzio industriale. Forse si dovrebbe ripartire dal Piano regolatore, da uno strumento urbanistico che punti a riqualificare l’area”.