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Vasto, la tela di Palizzi torna a Palazzo d’Avalos

Vasto. L’opera, appartenente al patrimonio vastese è stata ospitata dal 6 dicembre 2017 all’8 aprile scorsoaPalazzo Zevallos Stigliano a Napoli per la mostra“Da De Nittis a Gemito. I napoletani a Parigi negli anni dell’impressionismo”.Da qualche giorno la tela è nuovamente esposta nella Pinacoteca di Palazzo d’Avalos.

 Il quadro del 1866 circa (olio su tela80x98,5) è la testimonianza della permanenza del pittore vastese a Parigi, dove ha frequentato stabilmente la Scuola di Barbizone praticato i luoghi della foresta di Fontainebleau. In questo periodo Giuseppe Palizzi ha approfondito la resa naturalistica della luce, studiata nell’alternanza con l’ombra, fra i rami e le foglie della foresta eha assimilato la lezione del paesaggio romantico con grande dovizia di particolari sul repertorio animalistico.

 Il quadro esposto nuovamente nello spazio museale – ha dichiarato il sindaco di Vasto, Francesco Menna-contribuirà in occasione della ricorrenza del bicentenario della morte di Filippo Palizzi , a documentare e illustrare la feconda attività artistica dei pittori che, formatisi a Napoli, seppero presto ricoprire un ruolo d’avanguardia nel campo delle arti figurative del proprio tempo, apportandovi un contributo originale.Palizzi rappresenta un’opportunità culturale di grandissima rilevanza per la nostra comunità cittadina. Un evento di levatura nazionale a cui l’amministrazione comunale ha creduto fortemente fin dal proprio insediamento. Sono certo che Vasto saprà celebrare in modo degno uno dei suoi figli maggiormente conosciuti ed apprezzati.”

 “Prosegue il grande lavoro preparatorio della mostra-evento che inaugureremo nel prossimo giugno. Le celebrazioni palizziane- ha dichiarato l’assessore con delega alla Cultura, Giuseppe Forte- costituiscono, a ragione, una vera sfida, in termini programmatori ed organizzativi, cui stiamo dedicando una densa e costante attività da parte sia degli uffici competenti sia del comitato scientifico brillantemente coordinato dalla curatrice, la Dott.ssa Lucia Arbace.”