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Cultura e Spettacolo

Il lato oscuro di Hollywood, la star di Stranger Things svela un clamoroso retroscena: “Non posso più farlo”

Maya Hawke, attrice di grido degli ultimi anni e star della celebre serie Stranger Things ha svelato un lato sconosciuto dietro le produzioni di Hollywood: le rivelazioni dell’attrice lasciano tutti senza parole.

La scuola cinematografica americana è sempre stata un mondo a parte rispetto alla storia e alla tradizione del cinema. La settima arte è nata nel Vecchio Continente e agli albori era per lo più guidata dal fervore artistico e dalla sperimentazione scientifica, le avanguardie cinematografiche come la Nouvelle Vague francese e l’espressionismo tedesco puntavano molto sul simbolismo dell’immagine attraverso tecniche differenti, così come il neorealismo italiano o l’avanguardia cinematografica russa.

Il lato oscuro di Hollywood, la star di Stranger Things svela un clamoroso retroscena: “Non posso più farlo” – Instagram @strangerthingstv – abruzzo.cityrumors.it

Tutte queste scuole di cinema hanno contribuito a costruire le basi della cinematografia, lasciando in eredità tecniche base che ancora oggi vengono utilizzate e sono centrali per la realizzazione (come ad esempio montaggio, studio dell’illuminazione e delle ombre, il linguaggio delle inquadrature o l’importanza della fotografia) tanto di corti quanto di lungometraggi.

Al contempo dall’altro lato dell’oceano il cinema era più un’evoluzione della tradizione teatrale, i film dell’epoca d’oro hollywoodiana erano più che altro piece teatrali impresse su pellicola, con un linguaggio e tempistiche leggermente differenti ma molto similari. Il focus delle produzioni e dell’industria tutto si basava sullo Star System, ovvero sulla scelta di protagonisti in grado di attrarre il grande pubblico, prima ancora che sulla stesura di una sceneggiatura e la creazione di un soggetto.

Negli anni le cose si sono evolute, Hollywood ha preso a piene mani dalle scuole cinematografiche estere e variegato il proprio modo di fare cinema, fino a diventare il punto di riferimento principale non solo per la produzione di film di massa, dunque per la diffusione e la popolarità del medium stesso, ma anche per gli standard di qualità e creatività, sia lato artistico che soprattutto tecnico.

Ma oggi le cose stanno ancora così? Dal punto di vista dell’influenza che Hollywood esercita a livello economico e mediatico sicuramente sì, ma da quello creativo appare sempre più evidente che la spinta verso la sperimentazione artistica e l’estro creativo sembra pian piano in esaurimento.

Le rivelazioni di Mya Hawke su Hollywood: cosa non possono fare gli attori oggi

La sensazione di un appiattimento creativo e qualitativo delle produzioni americane è sempre più forte. C’è chi rintraccia la causa di questa tendenza nel successo delle piattaforme streaming che ha dato il colpo di grazia agli introiti dell’industria cinematografica classica, togliendo pubblico ai cinema e di conseguenza guadagni.

Le rivelazioni di Mya Hawke su Hollywood: cosa non possono fare gli attori oggi – Instagram @ strangerthings.tv

Tuttavia le piattaforme streaming sono solo la normale evoluzione di un processo di trasformazione che era avviato da tempo e che non riguarda esclusivamente l’industria cinematografica. La digitalizzazione ha modificato le abitudini e la percezione dei contenuti del pubblico, il successo oggi dipende più dal tam-tam sui social che dal parere della critica specializzata o dalla pubblicità stessa.

Le produzioni di maggior successo sono quelle che hanno scene adatte a diventare meme o “estraibili” per clip, storie e post, singoli momenti d’impatto o dal punto di vista meramente visivo o da quello concettuale. Una tendenza che ha portato tantissimi produttori ad inserire forzature nella trama, easter eggs, personaggi caricaturali o identificativi di una minoranza specifica.

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A quanto pare l’effetto social influenza persino i casting per serie tv e film (cosa che è risultata evidente nella seconda stagione di Squid Game con la scelta di pop idol senza la minima capacità di recitare), a confermarlo è Mya Hawke, figlia di Uma Thurman e Ethan Hawke e star di Stranger Things che  durante l’intervista concessa al podcast Happy Sad Confused ha rivelato:

 

“Giusto per farti capire, quando un regista oggi vuole fare un film e fa il casting con i produttori, ti danno un foglio con la quantità di follower collettivi che bisogna ottenere dal cast che si è scelto. Quindi se per esempio un attore vuole cancellare il suo Instagram, beh è uno svantaggio perché la produzione andrebbe a perdere i suoi follower”.

Una deriva social che stiamo osservando anche in Italia

Se da un lato quanto rivelato dall’attrice americana rappresenta la normale evoluzione dello Star System americano, dall’altro conferma che la realizzazione di una produzione americana è legata a doppio filo alle capacità di influencer degli attori più che alla loro capacità recitativa o alle caratteristiche utili al regista per la realizzazione della sua visione creativa.

Una deriva social che stiamo osservando anche in Italia – Ansa Foto – abruzzo.cityrumors.it

Tale fenomeno non è esclusivamente americano, ma lo stiamo vedendo anche in Italia. Produzioni come Mare Fuori ottengono successo proprio grazie alle interazioni sui social e i personaggi più amati dal pubblico sono già diventati strumento di pubblicità di altre produzioni, esaltati sull’altare del guadagno finché la popolarità regge e sacrificati sullo stesso nel momento in cui va a scemare.

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Nemmeno Sanremo può più fare a meno degli idol sul palco dell’Ariston. La selezione di cantanti popolari sui social è funzionale a generare interesse e ascolti ed i risultati in gara condizionati in modo netto dalle preferenze a priori dei fan dei singoli artisti. Un andamento che certifica il primato del denaro sull’idea e in un certo senso fa risuonare il de profundis sul concetto originario di arte.