“La lettura ad alta voce è uno straordinario strumento didattico e educativo”, dice La Rovere, “Molto è stato scritto sui suoi benefici a bambini, anziani e alle persone depresse, poco o niente dell’effetto su persone con disabilità mentale di vario grado e pazienti psichiatrici (psicotici, bipolari, schizofrenici), come se fosse a loro preclusa, a prescindere, ogni possibilità di comprendere e beneficiarne”.
Gabriella La Rovere ha sperimentato sul campo questo argomento. Ex medico, madre di una ragazza con problemi di autismo della quale si occupa h24 perché vuole costruirle un futuro dignitoso, ha abbracciato con entusiasmo il progetto di lettura nato otto anni fa con il sostegno di un gruppo di lettori ad alta voce formati alla scuola di narrazioni “Arturo Bandini” di Arezzo e su questa esperienza ha anche scritto un libro la cui prefazione è stata firmata da Gianluca Nicoletti.
Anche la Fondazione Piccola Opera Charitas, negli ultimi anni ha sperimentato che la lettura ad alta voce, accompagnata e seguita da personale preparato, ha un ruolo, aiuta a crescere, consola in momenti di tristezza, di depressione o durante l’elaborazione di un lutto in famiglia e si è rivelata una co- terapeuta.
Oggi l’istituzione è pronta per proporre un proprio progetto di Biblioterapia in un contesto scientifico, con un’equipe multidisciplinare dedicata e l’adozione di protocolli terapeutici, con l’obiettivo di allargare il servizio anche a utenti esterni.
Il convegno di venerdì sarà aperto da Domenico Rega, Presidente della Fondazione POC. Oltre a Gabriella La Rovere interverranno Cinzia Falini, Responsabile della Biblioteca “P. Serafino Colangeli” della POC e Alessandro Di Marco, Psicologo e psicoterapeuta.