Giorgia Meloni si è trasferita in una super villa con piscina a Roma Sud, una casa da sogno in cui vivrà con la figlia Ginevra.
La casa vale 1,1 milioni si euro e i proprietari hanno già incassato una caparra di 300mila euro dopo la firma del preliminare di vendita, a marzo del 2023.
Patrizia Scurti, segretaria, amica e consigliera della premier, si è impegnata a versare gli altri 800mila euro quando i venditori avranno completato le opere per 359mila euro. Nei lavori rientrava una piscina di 9 per 3,5 metri e dovevano terminare a settembre 2023, ma sono in ritardo. Dunque, come spiega Il Fatto Quotidiano, Meloni ha deciso di trasferirsi prima grazie a “un atto di immissione in possesso anticipato”.
Sempre il Fatto spiega che qualche giorno fa il catasto ha ricevuto la variazione post ristrutturazione, secondo la quale la villa sarà composta da 443 metri quadri di estensione e 18 vani. Oltre alla piscina ci sarà un box di 29 metri quadri, per una rendita da sale da 3.762 a 4.369 euro.
Meloni si è trasferita nella nuova villa poco prima delle europee, lasciando definitivamente la casa di Giovanni Satta, senatore di Fratelli d’Italia. Il contratto non è ancora chiuso ma non appena il notaio verificherà l’esito dei lavori, lo sarà. Marco Lillo domanda alla premier se la piscina presente nelle foto aeree sia ancora presente: “No, quella piscina non esiste più perché oggi c’è quella che il venditore si era impegnato a realizzare al momento del preliminare”.
Super villa di Meloni e il giallo della piscina
Dunque, quella precedente è stata demolita per costruirne una nuova: “Per tranquillizzarla – spiega la premier – posso dirle che non l’ho demolita io con un piccone. A me interessava solo comprare una casa in cui stare bene con mia figlia e che rispettasse ogni norma di legge”. La premier dice di credere che sia regolare. E che se avesse ragione di credere con non lo sia, “avrei tutti gli strumenti di legge da attivare per far valere i miei diritti”.
Marco Lillo ha chiesto a Meloni se i proprietari abbiano usufruito del decreto salva casa del suo governo. Lei ha risposto: “È giusto che i lettori sappiano che il loro presidente del Consiglio, interessata all’acquisto di una casa su cui pendevano pratiche edilizie, ha espressamente chiesto e ottenuto dai promittenti venditori che le eseguivano a loro spese, di operare in modo tale da non beneficiare di eventuali agevolazioni che sarebbero derivate dal decreto salva-casa. Quindi la risposta è no, i venditori, immagino con loro somma gioia, non hanno usufruito delle agevolazioni”.
