Oggi è uno degli showman più amati d’Italia, ma trent’anni fa era costretto a un lavoro spesso umiliante: cos’ha dovuto fare Fiorello?
Soprattutto negli ultimi anni, grazie al successo di Viva Rai 2 e alle sue incursioni al Festival di Sanremo, Fiorello si è confermato ancora una volta ai vertici della televisione italiana. Ormai lo showman è un volto simbolo della televisione di stato ma ha impiegato moltissimo tempo (e ci ha messo moltissimo impegno) ad arrivare dov’è.
Come ormai sanno in molti, infatti, Fiorello ha cominciato la propria carriera come animatore nei villaggi turistici di tutta Italia. Come ha raccontato Linus, che ha cominciato con lui a Radio DeeJay, Fiorello era quello che “camminava scalzo” perché faceva fatica, dopo tanti mesi passati in infradito, ad abituarsi a mettere di nuovo le scarpe.
Dopo il successo di Radio DeeJay, però, Fiorello ebbe l’occasione di mostrare il suo talento anche in TV, approdando però molto lontano dai fasti di Raiuno o del Teatro Ariston. Proprio in quel periodo Rosario Fiorello dovette affrontare alcuni dei momenti più umilianti e difficili della sua carriera.
La prima a credere nel talento televisivo di Fiorello fu l’autrice televisiva Fatma Ruffini, la quale pensava di avere tra le mani il programma perfetto per lui, abituato ad attirare l’attenzione della folla e a far divertire gli sconosciuti interagendo con loro.
Il programma in questione aveva un nome stranissimo ma che si sarebbe trasformato presto in una parola familiare per milioni di italiani: il Karaoke. Lo show riprendeva un format giapponese (ma qualcuno dice americano) e consisteva semplicemente nell’allestire un palco al centro di una piazza e invitare i passanti a cantare le canzoni più famose.
Fiorello aveva il compito di coinvolgere le persone, convincerle a esibirsi, sostenerle nei punti più difficili dell’interpretazione e, ovviamente, intrattenere anche il pubblico da casa. Se sulla carta poteva essere un successo, a livello concreto le prime puntate dello show furono una tragedia.
Fiorello raccontò che a volte si ritrovò a registrare il programma nelle piazze vuote, spesso davanti a pochissime persone che le telecamere cercavano di inquadrare in maniera che sembrassero di più. Il programma sembrava spacciato fino a che Fatma Ruffini non decise di chiedere a Silvio Berlusconi di inserire il Karaoke nella programmazione natalizia: fu la svolta.
Gli italiani si ritrovarono a cantare anche a casa con amici e parenti durante le feste di Natale, accompagnati e diretti da Fiorello che in pochissimo tempo divenne una star televisiva.