Nick Carter si commuove nel documentario The Carters: Hurts to Love You, ricordando il fratello Aaron e la drammatica scomparsa delle sorelle Leslie e Bobbie Jean
Un enorme successo, condizionato da lutti, sofferenze e dipendenti. Se c’è un personaggio che può testimoniare quanto la popolarità possa anche essere un danno è Nick Carter, il biondo dei Backstreet Boys.

Carter ha drammaticamente perso tre dei suoi quattro fratelli tra i quali anche Aaron, anche lui superstar musicale, un primo disco ad appena 13 anni, destinato a una carriera straordinaria prima rallentata e poi definitivamente interrotta da problemi con alcol e droghe.
Nick e Aaron Carter
I due fratelli Carter hanno avuto una popolarità immensa, quella di Aaron arrivata di rimbalzo rispetto al fratello maggiore: tanto che a un certo punto si parlava di lui come del sesto Backstreet Boy, anche se aveva una decina di anni meno degli altri. Era famosissimo. Aveva una sua carriera musicale, era richiesto dalla tv per fiction e pubblicità ma le cose nonostante un improvviso ed enorme successo non sono andate secondo le aspettative.
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Le prime difficoltà lo avevano portato a fidarsi di persone sbagliate e il rapporto tra i due fratelli si era interrotto bruscamente. Quando Aaron poco più che ventenne non riusciva più a riprendersi, a lui e Nick offrirono un sontuoso contratto per un reality di famiglia, The Carters. Soldi a pioggia e nuova popolarità. I due si riavvicinarono ma la situazione finì per essere insopportabile dal punto di vista della tranquillità personale ed emotiva,
Una fine trafica
Aaron è morto nel 2022 a soli 24 anni proprio mentre Nick Carter stava preparando il clamoroso ritorno in scena dei Backstreet Boys con un disco e un tour. Un lutto apparentemente insuperabile che Nick ha deciso di elaborare solo ora affrontando la sua tesimonianza in un documentario.
Un racconto che si intreccia con altre tragedie familiari che hanno segnato la vita del cantante: la morte della sorella Leslie nel 2012 e quella, ancora più recente, della seconda sorella minore Bobbie Jean nel 2023. Nel giro di poco più di dieci anni, tre fratelli Carter hanno perso la vita, lasciando Nick e Angel – sorella maggiore e gemella di Aaron – gli unici superstiti di cinque fratelli cresciuti sotto i riflettori.
Amarti fa male
Il documentario, intitolato The Carters: Hurts to Love You, sarà trasmesso su Paramount+ il prossimo mese. È un’opera che mescola immagini di repertorio, testimonianze intime e riflessioni dolorose su ciò che accade “dietro le quinte” di una vita vissuta sotto i riflettori. In una delle sequenze più forti del trailer, Nick abbraccia la sorella Angel e scoppia in lacrime dicendo… “Eravamo cinque fratelli, ora siamo rimasti in due”.

Nick Carter: “Non siamo sopravvissuti alla fama”
Nel documentario, Nick Carter si lascia andare a un lungo sfogo in cui rievoca la perdita del fratello minore Aaron, riflettendo anche sul senso di colpa e impotenza che l’ha accompagnata. La causa della morte, confermata dall’autopsia, è un annegamento, dovuto all’assunzione di sostanze stupefacenti e farmaci. Aaron era solo nella vasca da bagno della sua casa in California, e combatteva da anni contro dipendenze e problemi di salute mentale.
“Non abbiamo avuto un’infanzia normale – racconta Nick – il successo e la fama ci hanno tolto la giovinezza. Dovevamo essere adulti ma eravamo ancora bambini. La musica, la popolarità, i soldi … tutto è arrivato troppo presto, e lo abbiamo pagato con un prezzo altissimo.”
“Oggi posso essere la sua voce”
Angel Carter, sorella gemella di Aaron, ha accettato di partecipare al documentario insieme a Nick per dare un senso alla perdita del fratello. Le sue parole scorrono su immagini d’archivio che mostrano Aaron da bambino, già sul palco, già dentro al meccanismo dello show business.
“Immagina di essere un bambino e di dover camminare come un adulto perché sei sotto gli occhi di tutti, e per farti forte di atteggi, pensi di essere più solido di quello che sei – dice Angel – ti rubano la spensieratezza. Quando la fama ti abbraccia, non puoi mostrare il dolore. Nessuno deve vedere cosa ti sta succedendo davvero e quelle che sono le tue emozioni più intime, soprattutto quelle che ti portano sofferenza”.
Incapace di chiedere aiuto
Angel ricorda come il declino del fratello sia stato visibile a tutti, in una massiccia esposizione nella quale, nonostante il cantante avesse appena avuto un figlio, lui stesso sembrava incapace di chiedere aiuto.
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“Solo ora posso essere una voce per lui – dice sua sorella – e testimoniare quello che stava passando. Quello che si vedeva fuori non era la verità. Quello che accadeva dietro le quinte era un aspetto drammatico che la gente non poteva nemmeno immaginare.”

Nick Carter tra lutti, rimorsi e terapie
Il dolore per la morte di Aaron arriva per Nick Carter dopo una lunga serie di ferite. Nel 2012, la sorella Leslie morì a 25 anni per overdose da farmaci. Nel 2023, anche Bobbie Jean – già con problemi legati alla droga – venne trovata senza vita in circostanze ancora oggi non del tutto chiarite.
“Quando Leslie è morta, avevo 23 anni – racconta Angel nel documentario – ed è stato uno shock. Non me lo aspettavo, nessuno se lo aspettava. Da allora ho cominciato ad andare in terapia, come se inconsciamente mi stessi preparando ad altri lutti, in particolare a quella di Aaron. Avevo la sensazione che sarebbe successo. Lui lo sapeva, e forse lo sapevo anch’io.”
Aiuti inutili
Nick Carter ammette di aver spesso vissuto una doppia frustrazione: da un lato la responsabilità di dover “salvare” i propri fratelli da quella fama che lui gli aveva trascinato addosso; dall’altro quella di sentirsi impotente.
“Ho cercato di aiutare Aaron, ma non puoi costringere qualcuno ad accettare aiuto se non lo vuole – dice oggi il cantante, 45 anni – ti senti responsabile, ma non hai strumenti. E questo ti distrugge perché oltre a sentirti responsabile, percepisci anche tutta la tua impotenza”.

Nick Carter: “Questa è la nostra verità”
Il documentario The Carters: Hurts to Love You non si limita a raccontare i fatti, ma cerca di mostrare il contesto emotivo, familiare e psicologico che ha accompagnato il crollo emotivo di Aaron e delle sorelle.
Nick spiega di aver partecipato al progetto per dare voce a una realtà troppo spesso ignorata. Quella delle fragilità umane dietro la celebrità: “Molti ci guardano e vedono solo i Backstreet Boys, il successo, le hit. Ma nessuno sa davvero cosa succede dentro una famiglia come la nostra.”
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“Non voglio che questo documentario sia un atto d’accusa – aggiunge – voglio solo raccontare la verità. Questa è la nostra storia, questo è il nostro dolore. E se può servire a far riflettere su cosa significa crescere sotto i riflettori, allora forse avrà avuto un senso. Se può essere utile ad altri perché gli stessi errori non vengano commessi, allora forse avrà avuto uno scopo.”
Nick Carter oggi: il peso della sopravvivenza
Oggi Nick Carter oggi ha una moglie, tre figli, e una carriera che continua, tra tour con la band, da solo e diversi progetti musicali. Ma il dolore non lo abbandona: “Porto con me il peso di essere un sopravvissuto. Ogni volta che salgo su un palco penso ai fratelli che non ci sono più, a ciò che poteva essere. Ma soprattutto a ciò che non sarà mai più e a tutte le occasioni perdute”.
Nel documentario, il cantante parla di sé come di “un sopravvissuto”. Non alla fama in sé, ma a ciò che essa comporta: pressioni, solitudine, dipendenze, traumi non elaborati. “Siamo cresciuti troppo in fretta, e lo showbusiness non ha avuto alcuna pietà…”