Il bassista dei Gang of Four Dave Allen è morto all’età di 69 anni dopo una lunga battaglia con una forma precoce di demenza
Tra le band che hanno avuto una importanza fondamentale nella genesi del grunge ci sono sicuramente i Gang of Four: scheggia impazzita nata dal punk, la band ha senza dubbio sconvolto molte regole del gioco in un panorama artistico che alla fine degli anni ’70 hanno appoggiato le basi per il successo di numerose band che sarebbero arrivate nel giro di pochi anni.

Tra i gruppi che hanno sempre citato i Gang of Four tra le proprie maggiori influenze ci sono niente meno che Red Hot Chili Peppers e Rage Against the Machine. E tra i musicisti che hanno saputo imporre un sound feroce e tagliente, perfettamente allineato su temi di grande impegno sociale c’era il bassista e fondatore della band, Dave Allen.
David Allen e i Gang of Four
Dave Allen è morto sabato all’età di 69 anni nella sua casa di Portland, in Oregon. A darne notizia sono stati i suoi ex compagni di band, con un lungo e toccante messaggio pubblicato sui social. Allen lottava da tempo contro una forma precoce di demenza, una battaglia silenziosa e dolorosa che ha condiviso con la famiglia più stretta e pochi amici fidati. La sua morte segna la fine di un’epoca per una delle band più influenti del post-punk britannico.
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Il commiato è stato firmato dal batterista della band, Hugo Burnham, che ha pubblicato un lungo post dedicato all’amico scomparso: “È con il cuore spezzato ma pieno di amore che condividiamo la notizia che Dave Allen, nostro partner musicale, amico e musicista brillante, è morto sabato mattina. È morto serenamente e in pace a casa accanto alla sua famiglia”.
Le origini dei Gang of Four e il contributo di Allen
Nati a Leeds nel 1976, nel cuore dell’Inghilterra che stava affrontando una drammatica crisi economica, i Gang of Four sono state una delle formazioni cardine del panorama post-punk. Insieme a Jon King (voce), Andy Gill (chitarra) e Hugo Burnham (batteria), Dave Allen ha contribuito a definire un nuovo stile musicale che fondeva punk, funk, dub che erano cassa di risonanza per temi estremamene sociali e molto impegnati politicamente.
Il gruppo ha esordito con l’album Entertainment! nel 1979, oggi considerato una pietra miliare del genere. L’NME lo aveva classificato tra i cinque migliori dischi dell’anno, e Rolling Stone lo ha inserito tra i 500 album più importanti di sempre. Il basso pulsante e melodico di Allen era parte integrante di quel suono: “Dave aveva un modo unico di suonare, capace di essere incisivo e insieme groovy. Senza il suo tocco, quei brani non sarebbero stati gli stessi – ha scritto Gail Greenwood, attuale bassista della band che lo aveva sostituito quando le sue condizioni cliniche gli avevano impedito di tornare al lavoro.
Gang of Four, la separazione e l’avventura con Shriekback
Dopo aver inciso Solid Gold nel 1981 e l’EP Another Day/Another Dollar, Allen lasciò i Gang of Four per fondare un nuovo progetto: i Shriekback, gruppo sperimentale formato con l’ex tastierista degli XTC, Barry Andrews, e il cantante Carl Marsh. Anche con gli Shriekback Allen sperimentò una miscela esplosiva di funk, elettronica e rock alternativo, arrivando a conquistare una solida reputazione nella scena new wave.
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“Con Shriekback esplorammo territori sonori che sarebbero stati impensabili nei Gang of Four” – aveva spiegato in una delle sue ultime interviste Allen. Il picco creativo della band fu l’album Oil and Gold del 1985, seguito poi da Big Night Music, entrambi grandi successi anche perché diverse canzoni entrarono a far parte di colonne sonore di successo come quelle dei telefilm di Miami Vice e Manhunter, pellicola culto diretta da Michael Mann. Allen lasciò gli Shriekback alla fine degli anni ’80 trasferendosi definitivamente negli Stati Uniti per dedicarsi a nuovi progetti come King Swamp, Elastic Purejoy e Low Pop Suicide ma anche a diverse attività di ricerca e imprenditoriali.
Il ritorno nei Gang of Four
Quando nel 2004 i Gang of Four tornarono sul palco per una reunion, Dave Allen fu uno dei punti di forza del progetto che culminò nella pubblicazione dell’album Return the Gift, pubblicato del 2005. Fu un ulteriore momento di straordinaria popolarità per la band che proprio in quell’anno salì anche sul palco del Coachella Festival affiancando band come Nine Inch Nails, Prodigy e New Order che li avevano sempre considerati un fondamentale punto di riferimento artistico e di ispirazione.

Musicista, imprenditore e inventore
La band si separò nuovamente nel 2008, ma i legami personali di Allen con King e Burnham rimasero fortissimi. Anche perché nel frattempo il bassista decise di dedicarsi a un’attività imprenditoriale che negli ultimi anni lo aveva assorbito quasi completamente creando e sviluppando tecnologie, software e strumenti per lo sviluppo di musica alternativa: fondò l’etichetta World Domination Recordings collaborando con aziende leader come Intel, Apple e la Overland Agency.
All’interno di Beats Music ricoprì il ruolo di direttore generale mostrando un profilo visionario anche nel campo digitale. A lui si devono anche numerosi brevetti estremamente significativi nel settore della produzione musicale.
Una tournée d’addio senza Dave Allen
Nel 2020 quando si cominciava a profilare un terzo ritorno sul palco della band, il chitarrista e fondatore della band Andy Gill muore in modo tragico e improvviso. Appena rientrato dalla Cina Gill fu ricoverato per una grave crisi respiratoria: all’epoca non si parlava ancora di Covid ma tutto fa pensare che proprio lui sia stato una delle vittime della pandemia.
In quello stesso periodo anche Dave Allen cominciava a soffrire evidenziando i primi segnali di una grave malattia degenerativa che gli avrebbe impedito di tornare sul palco e di esibirsi. Negli ultimi due anni Allen si era completamente ritirato ma i suoi ex compagni della band lo erano andati a trovare spesso… “Abbiamo passato del tempo con lui e la sua famiglia – ha raccontato recentemente Burnham – abbiamo riso e condiviso i nostri ricordi di avventure, musica e vite intrecciate per oltre mezzo secolo. Siamo stati fortunatissimi ad avere avuto l’Asso del Basso con noi.”





