L’evento, nato da un’idea del vicesindaco Fabrizio Di Bonaventura, sarà moderato dal giornalista Bibenda nonché docente alla Fondazione Italiana Sommelier Paolo Lauciani.
“Nelle due tavole rotonde – dichiara il vicesindaco Fabrizio Di Bonaventura – si polarizzerà l’attenzione sulle esperienze dei viticoltori del territorio e di due vignaioli provenienti rispettivamente da Umbria e Marche, oltre ad effettuarsi la degustazione». Il programma prevede i saluti del Sindaco di Controguerra Franco Carletta e del Presidente di Fondazione Italiana Sommelier Abruzzo Adriatico Daniele Erasmi. Introdotto quindi da Fabrizio Di Bonaventura, Paolo Lauciani avrà il compito di coordinare la tavola rotonda che vedrà la presenza di Paolo Presciutti, produttore della Regione Umbria, Gianluca Mirizzi, produttore della Regione Marche, Massimiliano Cori, Presidente dei Vignaioli di Controguerra, Enrico Cerulli Irelli, Presidente del Consorzio di Tutela Docg delle Colline Teramane, Nat Colantonio, Caterina Cornacchia, Stefano Illuminati, Emilia Monti e Luigi Olivieri, produttori Vibratiani.
“Dopo il successo di Vignaioli di Professione e dell’iniziativa dedicata al Carignano del Sulcis, eventi tenutisi negli scorsi mesi – dichiara Fabrizio Di Bonaventura – Controguerra si accinge ad ospitare due importanti incontri alla presenza di produttori del nostro territorio e di altre Regioni con i loro grandissimi vini che, oltre a dare un importante impulso di crescita di settore, contribuiscono a far conoscere la bellezza del territorio.
Una grande occasione per mettere al centro il tema del vino e per parlare di territorio: dalla qualità del terreno al clima, dall’esposizione del vigneto alla tradizione, al mito alla cultura del vignaiolo stesso. Un concetto che esprime non solo la natura complessa di ciò che viene comunemente definito terroir, ma soprattutto la dimensione poliedrica del vino, la sua duplice appartenenza all’emisfero naturale e culturale. In un bicchiere di vino, accanto alle componenti organolettiche, troviamo infatti il paesaggio, l’arte, la storia, le tradizioni, la poesia, la cucina e persino l’economia locale da cui quel vino prende vita. La metamorfosi del succo d’uva in vino è di fatto una trasformazione dell’agricoltura in cultura, è espressione delle capacità umane di plasmare la natura a propria immagine”.
“Una splendida occasione – conclude Paolo Lauciani – per tornare a parlare di vino guardandoci negli occhi”.