L’iniziativa, presentata questa mattina ai giornalisti, rientra nel progetto “Scuola e Volontariato” del CSV Abruzzo e vedrà la partecipazione di 32 studenti delle scuole superiori del capoluogo che, opportunamente formati, faranno da guida ai visitatori negli otto giorni (dal 22 al 30 ottobre) in cui l’esposizione occuperà la sala comunale di via Nicola Palma.
La mostra, aperta tutti i giorni dalle ore 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 con ingresso gratuito, è composta da 32 pannelli di vario formato e celebra i 600 anni dalla fondazione dello “Spedale degli Innocenti” a Firenze. Una storia nata dalla volontà di Francesco di Marco Datini, ricco mercante di Prato, il quale, forse memore della propria condizione di orfano, nel proprio testamento volle destinare 1.000 fiorini per creare, a Firenze, un’opera interamente dedicata alla cura dei bambini abbandonati. Datini sapeva che 1000 fiorini sarebbero stati pochi (la struttura costerà in totale 30.000 fiorini) ma anche che il suo gesto simbolico avrebbe potuto sollecitare il contributo di altri. L’invito fu infatti accolto dopo la sua morte, avvenuta nel 1410, dalla Corporazione dell’Arte della Seta.
Alla presentazione questa mattina, sono intervenuti per il CSV Abruzzo anche il capo della delegazione di Teramo, Massimo Pichini, e il coordinatore dell’area formazione, Lorenzo Di Flamminio; e inoltre, tra gli altri, il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, il direttore della Caritas diocesana di Teramo-Atri, don Enzo Manes; la presidente della Fondazione Tercas, Tiziana Di Sante; la dirigente dell’ufficio scolastico regionale ambito di Teramo, Clara Moschella.
“Il Rinascimento dei bambini” si articola in tre sezioni: la prima, racconta la genesi dell’Istituto, le figure chiave per la realizzazione dell’opera e le tappe fondamentali che hanno ampliato e trasformato l’edificio nei 600 anni di storia; la seconda si concentra sulla vita nell’ospedale e le storie di alcuni bambini accolti nel tempo; la terza, attraverso le opere d’arte commissionate dalle istituzioni e donate dai tanti benefattori nel corso dei secoli all’Istituto, approfondisce lo stretto legame tra bellezza e carità.