Una grande festa del cinema ha salutato la 27^ edizione del Premio Internazionale della fotografia cinematografica Gianni Di Venanzo. Nel cineteatro Comunale di Teramo è stato celebrato ancora una volta il ruolo e il lavoro fondamentale degli Autori della fotografia nel cinema. E del loro lavoro ne ha parlato anche Eleonora Giorgi. Intervistata sul palco da Antonella Salvucci la popolarissima attrice romana ha ricordato i suoi inizi con i grandi direttori della fotografia ed ha ricordato anche il compianto Ennio Guarnieri con cui girò Borotalco (1982) di Carlo Verdone, che le valse il David di Donatello. “Noi facciamo il lavoro più bello del mondo – ha detto ancora la Giorgi – e fare l’attrice, l’attore, è come essere ubriachi da sobri”.
Molto applaudito anche Francesco Pannofino che ha ricordato la sua precedente esperienza a Teramo per girare il film L’uomo fiammifero (2009) del regista teramano Marco Chiarini. Bello il siparietto con Marco Pace, autore dei ritratti in scenografia, uno ritrae proprio l’attore che chiama in scena l’autore facendogli i complimenti: “Questo è l’unico ritratto che mi valorizza: me lo posso portà a casa?”.
Molto apprezzato anche l’intervento di Pino Ammendola, attore dalla lunga carriera, protagonista del docufilm diretto da Daniele Cavuti. Con un estratto di Oltre il confine (2022) è cominciata la serata e Ammendola, Cavuti e il direttore della fotografia Mateo Veleno hanno ricevuto un riconoscimento per questo lavoro e anche per Un marziano di nome Ennio (2021).
Emozionato Peter Zeitlinger, l’autore della fotografia austriaco nato a Praga ma residente a Premariacco in Friuli Venezia Giulia, premiato con l’Esposimetro d’Oro per un film italiano per L’angelo dei muri (2021) regia di Lorenzo Bianchini. “Il mio segreto è che sono cresciuto con i film italiani – ha detto Zeitlinger – ho sempre ammirato i direttori della fotografia italiani, 8 e ½ girato da Di Venanzo per Fellini e Novecento di Bertolucci illuminato da Storaro”. Poi ha negato la cattiveria di Werner Herzog, con il quale ha girato molti film: “Lui sul set è molto carino – ha detto Zeitlinger – con me è sempre stato dolce”. La motivazione dell’Esposimetro d’Oro a Zeitlinger: “Per le atmosferiche poetiche di un racconto intimista a mezza voce, costruito come un horror, senza però mai perdere la sua credibilità realista al cento per cento”.
E’ arrivato a Teramo dall’Islanda, dalla capitale Reykjavik dove vive, Eli Arenson, il direttore della fotografia israeliano, premiato per il suo lavoro nel film Lamb (2021). Questa la motivazione della Giuria presieduta da Stefano Masi: “Per la capacità di modellare la luce del nord in un contesto quasi pittorico, vicino all’espressione metafisica di Giorgio De Chirico, insinuando il seme della follia sotto l’apparenza di una visione “naturale” delle cose.” Fabio Zamarion è salito sul palco per ritirare l’Esposimetro d’Oro alla Carriera, questa la motivazione letta: “Per aver metabolizzato perfettamente la lezione dei grandi maestri italiani ed esser riuscito ad elaborare un proprio autonomo stile, soprattutto nell’utilizzo della luce naturale”.
Assegnati anche gli altri riconoscimenti del Di Venanzo: Napoleone Leo Carbotta ha ritirato la targa speciale “Peppe Berardini”, che va alla migliore fotografia di una fiction televisiva, per il suo lavoro nella serie di Rai Uno Doc – Nelle tue mani; la targa speciale Premio Marco Onorato è stata consegnata nelle mani di Paolo Carnera.
Gli altri riconoscimenti della serata: sono saliti sul palco i rappresentanti dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise, Carla De Iuliis e Giuseppe Aprea per assegnare il 13° Premio Speciale “G. Caporale”, dedicato al rapporto uomo-animale, al film Il lupo e il leone del regista Gilles De Maistre; poi è salito sul palco per ricevere una targa della 27^ edizione del Di Venanzo l’artista teramano Marco Pace che da sempre realizza le scenografie della serata conclusiva al teatro Comunale; la prestigiosa Targa Marco Pannella, il premio per l’integrazione e la solidarietà, è stata assegnata ad Arif Oryakhail, il medico afghano, che lavorava in Afghanistan con l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e che il 15 agosto del 2021, giorno della resa della capitale afghana ai Talebani, lasciò Kabul con il ponte aereo italiano, tornando a Roma dove aveva studiato. Il dottor Oryakhail si è collegato in ed ha ringraziato gli organizzatori per la sensibilità mostrata: “Non mi aspettavo questo premio, lo accolgo con grande riconoscenza”.
Premiata anche la scrittrice di cinema Gida Salvino, autrice di Esterno giorno (2021).
La serata di premiazione è stata condotta da Antonella Salvucci che si è avvalsa delle “incursioni” del critico e saggista cinematografico Stefano Masi, presidente della Giuria del Premio. La regia è stata curata da Gianfranco Manetta, l’accompagnamento musicale puntuale sul palco gestito dal pianista Franco Di Donatantonio, l’accoglienza ospiti in Piazza Cellini della Banda musicale di Montorio al Vomano e degli studenti dell’Istituto Di Poppa-Rozzi di Teramo.