Condurrà l’inaugurazione Stanislao Liberatore
Sabato 13 luglio 2019 alle ore 18,30 presso l’Azienda Agricola Ciccio Zaccagnini a Bolognano (Pescara) è prevista l’inaugurazione di CELATO/SVELATO, un’opera permanente dell’artista Diego Esposito.
L’opera fa parte di un progetto che vede la collocazione, sempre in situ, di pietre dalle particolari caratteristiche. In questo caso la pietra di Pacentro delle antiche cave abruzzesi, è collocata su di un grande disco metallico, tagliata in due e orientata tra la montagna e il mare, elementi emblematici della natura del territorio. Sulle pareti della fenditura sono inseriti simmetricamente due quadrati: uno di tessere d’oro, irregolari e irradianti la luce spirituale a ricordo propiziatorio di antiche tradizioni della pittura (con la quale Diego Esposito si è anche recentemente confrontato presso l’Università degli studi di Teramo), l’altro in mosaico, con l’indicazione della stella polare a base pentagonale su fondo blu con l’inserimento del rosso e del giallo emblemi della produzione vinicola della terra che ospita l’intervento. La bianca pietra, il geometrico mosaico d’oro e di pasta vitrea, il blu del cielo e i colori della forte presenza naturale rinnovano rapporti e proporzionalità antiche poiché, come ci ricorda Diego Esposito, “ciascuno di noi non esiste come una sostanza autosufficiente, ma è un intreccio di relazioni in continua trasformazione”.
Nel 2004 Diego Esposito ha collocato un primo CELATO/SVELATO nel giardino storico di Yawaku della Kanazawa Art University di Kanazawa in Giappone. La pietra antica è tagliata in due parti e la fenditura, orientata Est-Ovest, ha sette inserti convessi di vetro di Murano, quasi una costellazione celeste che trova simmetria in altrettante lavorazioni concave della pietra sulla parete opposta della fenditura.
CELATO/SVELATO è la più recente realizzazione dell’artista che negli ultimi anni ha affiancato la produzione pittorica e scultorea con la realizzazione di una serie di opere in situ. Quali sono la serie di nove “Latitudine Longitudine”, opere intitolate con le coordinate geografiche, composte da grandi pietre provenienti da antiche cave locali, nelle quali l’artista inserisce uno specchio circolare convesso di acciaio inox rivolto al cielo, collocate in differenti luoghi del pianeta, dal Perù alla Russia, dall’Argentina al Giappone, dalla Francia alla Cina. Tre opere sono state collocate a Prato, a Venezia e a Teramo. Le opere registrano i mutamenti del cielo da diversi luoghi del globo terrestre, Una “famiglia terrestre” che sarà costantemente in comunicazione con la volta celeste nel segno di una “fratellanza cosmica”, come scrive l’artista.