Nel corso degli anni Babbo Natale è andato incontro ad una vera e propria trasformazione: in passato i suoi vestiti erano di un colore differente e non regalava nemmeno giochi.
La figura di Babbo Natale fa parte della tradizione di tantissimi Paesi. Amato da grandi e piccini, che non vedono l’ora di poter scartare i suoi regali, si contraddistingue per la lunga barba e il costume di un rosso accesso: tra film natalizi, pubblicità, gadget e rappresentazioni varie, siamo da sempre abituati a vederlo in tal modo, ma la verità è che in passato il suo aspetto era ben diverso.
Con l’inizio di dicembre, Natale si fa sempre più vicino portando con sé i suoi simboli e le sue usanze. Dai regali per le persone più care, ai pranzi e le cene in compagnia che sembrano non finire mai: il periodo natalizio si fa carico di gioia ed allegria e la figura di Babbo Natale contribuisce a rendere il tutto ancora più caldo e magico.
Il suo mito ha origini molto antiche e, nel corso del tempo, ha fatto sognare i bambini di nazione in nazione diventando uno dei simboli più celebri e amati della festività. Forse non tutti lo sanno, ma la figura di Babbo Natale si lega ad una leggenda che affonda le sue radici nel IV secolo e che vede per protagonista San Nicola.
Le origini del mito di Babbo Natale
Il vescovo di Myra, città della Licia (provincia dell’Impero bizantino situata nell’attuale Turchia), è passato alla storia come benefattore dei più piccoli. A questi ultimi, nella notte tra il 5 e il 6 dicembre, era solito portare un dono alquanto speciale. Non si trattava dei giocattoli a cui siamo abituati oggi, ma di tre sfere d’oro: grazie ad esse, i bambini avrebbero avuto la possibilità di lasciarsi alle spalle la miseria. Infatti, si sarebbero potuti sposare ricorrendo ad una dote.
San Nicola di Myra ha avuto un’influenza fondamentale nella nascita del mito di Babbo Natale, contribuendo anche al suo costume. Il vescovo indossava abiti bianchi, talvolta con ricami in oro, o casacche dorate. Saltuariamente completava il suo vestiario con una cappa rossa – un colore tipico delle rappresentazioni dei santi, che indica la loro fede.
Oltre alla leggenda di San Nicola, la figura di Babbo Natale si lega al folklore germanico. Il dio Odino, in particolare, adorava passare la notte del solstizio d’inverno dedicandosi alla caccia. Tutto ciò attirava i più piccoli, che per tradizione sistemavano sulle porte di casa un paio di stivali pieni di fieno e carote per i cavalli della potente divinità. In cambio, questi venivano poi colmati di dolci e sfiziosità.
Dall’antichità ad oggi: il successo (e la trasformazione) di Babbo Natale
Odino veniva raffigurato con vestiti marroni, un pelliccia e un cappello pesanti rifacendosi alle tenute utilizzate per la caccia ai tempi. Per arrivare al Babbo Natale che conosciamo oggi, tuttavia, dobbiamo fare un salto avanti nel tempo fino all’Ottocento – che ha visto l’affermazione di Santa Claus in Inghilterra.
Il suo mito, in realtà, esisteva già dal XV secolo. Eppure si è imposto solamente grazie al lavoro degli scrittori Clement Clarke Moore e Charles Dickens. Il primo, infatti, nel 1822 ha descritto la figura di Babbo Natale per come lo conosciamo oggi nella poesia La Notte Prima di Natale. Mentre il secondo, nel suo classico del 1843 Canto di Natale, ha reso Santa Claus famoso in tutto il mondo.
Il colore dei suoi vestiti, però, non era ancora del rosso a cui siamo abituati. Infatti, indossava una casacca verde con pelliccia bianca ai bordi. A dare a Babbo Natale il costume entrato a far parte del nostro immaginario è stata, a grande sorpresa, la Coca-Cola. L’azienda, negli anni ’30, ha scelto Santa Claus come protagonista della sua pubblicità natalizia rappresentandolo per la prima volta con i suoi tradizionali vestiti rossi.