“Il linguaggio che usiamo è la lente attraverso cui guardiamo il mondo; per questo motivo abbiamo sentito la necessità di partire dalle parole che utilizziamo e che ascoltiamo quotidianamente per lottare contro tutte le discriminazioni di cui sono vittime le donne”, spiega Chiara Di Nardo Di Maio, presidente dalla CPO Atri.
“E’ proprio nell’apparente banalità di certe espressioni che si cristallizza la subalternità del ruolo della donna nella società e si sedimentano gli stereotipi che umiliano la sua dignità; una comunicazione, specialmente quella pubblicitaria, che troppo spesso la imprigiona a un rigido dualismo: casalinga solerte oppure oggetto erotico senza anima e cervello”.
Ad inoltrarsi nel complesso mondo del linguaggio della pubblicità sarà Marianna Boero, docente di Semiotica c\o Università degli Studi di Teramo, affiancata da Evelina Frisa, giornalista professionista e presentatrice, che guiderà i presenti nella babele del sessismo linguistico nell’ambito dell’informazione giornalistica.
“Un profondo momento di riflessione per comprendere l’importanza e la pesantezza delle parole che utilizziamo e un’importante opportunità per evitare di essere soggetti passivi, distratti e inermi dei processi comunicativi che ci coinvolgono. Partire dalla parole per passare ai fatti, per attuare quella rivoluzione culturale che permetta finalmente alle donne di raggiungere un ruolo paritario nella società”.
L’incontro, moderato da Maria Serena Manco, esperta di comunicazione, si terrà venerdì 8 marzo, alle 17.30 c\o l’Auditorium Sant’Agostino.