Lo scorso 15 dicembre più di cento alunni appartenenti alle classi seconde della Scuola Secondaria di Primo grado dell’Istituto hanno partecipato ad un inedito appuntamento online con la scrittrice Annalisa Strada, con la quale hanno dialogato riguardo al suo romanzo “L’isola dei libri perduti” (Einaudi Ragazzi).
L’incontro, previsto nell’ambito della I edizione del Progetto Lettura. Un libro per crescere, si è svolto in collaborazione con il Punto Einaudi di San Benedetto del Tronto e ha visto la partecipazione, oltre che del dirigente scolastico, della curatrice del progetto, la prof. ssa Manuela Valleriani e dei docenti di Lettere dei tre plessi dell’Istituto. “Un progetto – ha sottolineato il Dirigente nel suo saluto iniziale – a cui teniamo già molto e che si appresta, pur con tutte le difficoltà dovute all’attuale emergenza sanitaria, a ripartire con forza nel presente anno scolastico, allo scopo di promuovere sempre di più tra i ragazzi la capacità d’ascolto e il piacere della lettura”. Tra gli obiettivi del progetto, nelle intenzioni della curatrice, anche quello di favorire la creazione di un legame affettivo tra i giovani e il libro, inteso come un oggetto prezioso da custodire all’interno della propria biblioteca personale; l’esperienza della lettura, infine, come fonte di arricchimento personale e stimolo alla riflessione e al dibattito critico.
Tante sono state le domande e gli interventi rivolti dagli studenti ad Annalisa Strada, docente e scrittrice bresciana molto attiva nell’ambito della narrativa per ragazzi, già vincitrice nel 2014 del prestigioso Premio Andersen per la categoria “over 15” con il romanzo “Una sottile linea rosa” (Giunti) e recentemente insignita di altri due importanti riconoscimenti con il libro dal titolo “Io, Emanuela.
Agente della scorta di Paolo Borsellino” (Einaudi Ragazzi). Di grande successo anche “L’isola dei libri perduti”, oggetto dell’incontro con gli studenti dell’Istituto vibratiano: una storia intensa e coinvolgente che intreccia temi quali l’amicizia, l’avventura, la crescita (oltre al motivo stesso della lettura) attraverso ricche descrizioni e un lessico ricercato. La vicenda è ambientata su un’isola di nome Thia: un’isola particolare, perché a Thia si vedono pochi abitanti in giro, i bambini non vanno a scuola, e soprattutto – è questa la cosa più particolare di tutte – è proibito leggere. È questo il mistero attorno a cui ruota tutto il romanzo, che vede per protagonisti quattro ragazzi uniti dalla comune volontà di scoprire cosa c’è oltre i confini di questa prigione dorata, e che si ritroveranno alla fine profondamente cambiati grazie all’incontro con un luogo segreto e la lettura.
Nel corso del dibattito con i ragazzi Annalisa Strada ha definito il suo testo “distopico”: l’ispirazione per la stesura di questo libro le è venuta infatti passeggiando per le strade e notando che, a differenza di bar e negozi, le vetrine delle librerie sono poche. “Il libro è l’unico prodotto che incontrate se qualcuno vi porta in libreria o vuole raccontarvi una storia”: da qui la scelta di traslare la realtà nell’isola di Thia per rappresentare la differenza tra il mondo ideale e quello reale. Thia è dunque uno specchio dell’ “adeguamento al ribasso di ogni singolo essere umano che non partecipa alla vita attiva della propria comunità”.
Scavando attraverso la storia e i personaggi del romanzo, Annalisa Strada ha raccontato come è nata la sua passione per la lettura e l’esperienza di scrittrice, le difficoltà degli esordi e il successo inaspettato, fornendo così ai ragazzi degli importanti spunti per la loro attività scolastica e un eventuale futuro nel campo della scrittura. “Il vero scrittore si distingue perché porta a termine le storie; bisogna leggere tanto, è difficile oggi scrivere qualcosa di nuovo”. E ancora: “Quando scrivete, non fermatevi alla prima idea; spesso non è la migliore, è solo la prima”.
Anche rispetto all’attuale situazione di difficoltà che tutti stiamo vivendo a causa dell’emergenza epidemiologica, Annalisa Strada ha invitato i ragazzi a reagire con passione e con grinta, ad “assaporare” questa circostanza negativa e a viverla, perché “nelle realtà che non vi piacciono potete scegliere” – proprio come accade ai giovani protagonisti de “L’isola dei libri perduti” – “se fuggire o restare, e decidere così di cambiare le cose”.