Al Bano, un caso durato 9 anni: il Tribunale gli dà torto

In pochi sono a conoscenza del caso che ha tenuto impegnato Al Bano per ben 9 anni. Il Tribunale gli dà torto: che cos’è successo. 

Quando si parla di Al Bano e degli eventi che hanno caratterizzato la sua vita, è impossibile non far riferimento alla storia straziante che ha riguardato la figlia Ylenia. La sua amata figlia, nata dall’unione con Romina Power, è scomparsa tragicamente a New Orleans, negli Stati Uniti, facendo perdere le sue tracce. Nel corso degli anni, seppur con tanto dolore, il cantante è riuscito a parlare sul caso, lanciando verità e soprattutto rivelazioni su cosa gli ha permesso di superare questo terribile evento.

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Un caso ha tenuto impegnato Al Bano per nove anni – Credit ANSA- Abruzzo.cityrumors.it

Al momento della scomparsa la ragazza aveva solamente 23 anni. Negli anni sono diversi i tentativi fatti per rintracciarla e per riportarla a casa. La vicenda in questione ebbe un grande riscontro mediatico, lasciando un vuoto incolmabile nella vita del cantante. Proprio questo evento gli ha permesso di riavvicinarsi alla Fede, trovando grande forza proprio nella preghiera. Ma questo non è l’unico evento che ha contraddistinto la vita del cantante. Infatti Al Bano è stato al centro di una controversia giudiziaria durata ben 9 anni.

Al Bano, quel caso che lo ha accompagnato per 7 anni: il Tribunale non gli dà ragione

In molti ricorderanno il caso che coinvolse Al Bano Carrisi e Michael Jackson nel maggio 1992. Nel dettaglio il tenore italiano portò in tribunale la popstar mondiale per il presunto plagio della canzone “Will You Be There”, inclusa nell’album “Dangerous”. Al Bano accusava Jackson di aver copiato la sua canzone “I cigni di Balaka” del 1987.

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Al Bano ai tempi del processo – Credit ANSA- Abruzzo.cityrumors.it

Questo portò all’emissione di un’ordinanza di provvisoria cautela nel dicembre 1994, con il sequestro dell’album di Jackson in Italia. Nel 1995 la Sony, titolare dei diritti del brano di Jackson, presentò una causa dinanzi al Tribunale di Milano contro Al Bano, Jackson e altri soggetti coinvolti.

Nella causa venne richiesta la revoca del provvedimento cautelare. Entrambe le parti si costituirono in giudizio nell’aprile 1995. Nonostante la richiesta di sospensione del procedimento fosse stata respinta, Al Bano propose la causa di merito al Tribunale di Roma, mentre Jackson fu citato a giudizio per plagio.

Nel marzo 1997 il Tribunale di Roma revocò l’ordinanza cautelare del 1994, poiché mancava una prova convincente che Jackson avesse avuto conoscenza del brano di Al Bano. Nel successivo novembre 1997 il Tribunale di Milano stabilì che non vi era stato alcun plagio.

Infatti entrambi i brani erano privi di originalità ed ispirati vagamente a dei vecchi pezzi blues statunitensi. Al Bano fu condannato anche a pagare le spese legali della Sony. Il procedimento penale si concluse nel marzo 2001, quando la Corte d’Appello di Roma ribaltò la sentenza di primo grado, assolvendo Jackson dal reato di plagio perché “il fatto non sussiste”. Alla fine, quindi, nonostante le accuse di Al Bano, sembra proprio che i Tribunali diedero ragione a Jackson ribadendo come il plagio non esistesse.

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