Il tema è lo stesso a cui la Fao ha dedicato il suo Anno Internazionale perché, secondo Graziano De Silva, direttore generale dell’organizzazione, “é ciò che più si avvicina al paradigma della produzione alimentare sostenibile. Gli agricoltori familiari si occupano generalmente di attività agricole non specializzate e diversificate che conferiscono loro un ruolo centrale per la sostenibilità ambientale e la conservazione della biodiversità”.
La condotta Slow Food Lanciano ha scelto l’agriturismo Caniloro come esempio di piccola e preziosa azienda famigliare, dedita alla coltura e alla cultura dei cibi sani, naturali e prodotti con la sapienza di una volta e a bassissimo impatto ambientale. L’azienda, a due passi da Lanciano, è immersa nel verde, tra i boschi spontanei e i campi coltivati e rappresenta una delle ultime testimonianze della vera cultura contadina del territorio. Tutto è prodotto sul posto, dai formaggi alle uova, fino agli ortaggi e al grano. La giornata è stata intercalata, in pieno spirito Slow Food, anche da momenti di formazione, come nel caso della passeggiata nei campi alla scoperta delle erbe commestibili spontanee e la visita all’azienda, ai suoi orti, stalla, semenzai, e ancora nel granaio e nel pagliaio, vivido esempio quest’ultimo di bio architettura rurale sostenibile perfettamente integrata all’ambiente.
A fare da Cicerone si è prestato Berardino Abbonizio, vero e proprio “intellettuale della terra”, come lo definirebbe Carlo Petrini, fondatore di Slow Food. Berardino ha spiegato e illustrato le colture e i lavori di stagione, soffermandosi in particolare sul progetto del pagliaio, “pajare” in dialetto, la cui realizzazione è il risultato di conoscenze acquisite nei secoli e tramandate in via orale. Una splendida struttura di questo genere troneggia nel giardino dell’agriturismo Caniloro con, all’interno una mostra fotografica di istantanee di vita contadina del fotografo Roberto Colacioppo. Non è mancato l’aspetto “mangereccio”.
Nella splendida cornice dell’agriturismo si è potuto prendere parte a due momenti di vita dei campi con la “stozza”, spuntino dei contadini a base di pane, olio, vino, salumi e formaggi, e la “rembrenna”, colazione composta da pizza scima e frittate contadine. Con la farina di solina (particolare tipo di grano tenero) appena macinata è stato realizzato un piatto tipico della tradizione locale: le sagne a pezzi.