Si tratta di Povia che lo scorso 4 aprile è stato protagonista di una bellissima e interattiva serata al Teatro Marrucino di Chieti, mentre il prossimo mercoledì 22 aprile sarà a Giulianova nell’ambito della serie di concerti dal titolo “Siamo Italiani Tour 2014”. A cavallo delle due tappe abruzzesi, il cantautore ci ha gentilmente concesso un‘intervista.
– Un tour nelle scuole e tra la gente, quanto si riconosce in questo tipo di esperienza?
Il tour nelle scuole nasce da un mio rifiuto verso questa apatia generale che cresce sempre di più in un mondo che ci distrae con ogni mezzo.Vedo una società sempre più vuota, agitata, insoddisfatta, persa, disorientata. Così mi è venuta questa idea di portare nelle scuole le mie esperienze, attraverso la musica e i racconti, coinvolgendo i ragazzi, cercando di creare alla fine un dibattito in cui ci si esprime e ci si scambia dei pareri. Il tutto in un’atmosfera di festa, leggera, semplice ma non semplicistica.
– A breve partirà il suo tour estivo, come si articolerà e a che tipo di spettacolo assisteremo?
Il “Siamo Italiani Tour 2014” è una festa a favore degli italiani e di un’Italia che sta subendo troppo le severità dell’Europa. Gli italiani stanno pagando eccessivamente, non solo in tasse o attingendo dai risparmi ma anche in salute e nevrosi. Prima di entrare nell’eurozona eravamo la 1ª potenza economica europea (fonte Standard&Poor’s) mentre adesso ci ritroviamo ad essere derisi e ridicolizzati più o meno da tutto il mondo.
– In questo tour toccherà, tra le altre città Giulianova (il 22 aprile), mentre, lo scorso 4 aprile è stato a Chieti. Qual è il suo rapporto con l’Abruzzo?
L’Abruzzo è terra di persone buone. Sono stato accolto a braccia aperte. Ho cominciato in Abruzzo il tour nelle scuole e ringrazio Stefano Francioni, Barbara, Francesco e Sara che hanno organizzato il tutto.Ho fatto moltissimi concerti in questa terra, l’ultimo al teatro Marrucino di Chieti e spero di farne ancora tanti. Giulianova? Non vedo l’ora!!! Ringrazio il Comitato feste delle Madonna dello Splendore.
– La sua tappa di Giulianova ha generato una polemica da parte dell’Arcigay, secondo cui alcuni suoi brani contrastano con i principi dell’associazione e con la religione, qual è la sua posizione a tal proposito?
La mia posizione è che la libertà di pensiero non dovrebbe essere selettiva, o c’è per tutti o non c’è per nessuno. Al contrario invece, siamo sotto una dittatura culturale, travestita da democrazia (per polli allevati).
– Elemento di risalto nella sua carriera è il successo al Festival di Sanremo 2006 con “Vorrei avere il becco”, canzone che valorizza la monogamia e la fedeltà coniugale. Cosa ricorda di quel Festival di Sanremo? Qual è il suo concetto di coppia e che valore dà alla famiglia?
Il brano “Vorrei avere il becco” usa appunto il condizionale “Vorrei”. Lo dico perchè mi hanno sempre messo dalla parte del cantautore che fa le prediche mentre invece è il contrario. Attraverso i miei testi, offro dei punti di vista normalissimi che oggi vengono scambiati per pensieri “diversi e controcorrente”. Sono le famiglie per prime a portare avanti le nazioni. Il ricordo più bello di quel festival è stato il giorno dopo..mi sono svegliato, ho guardato il trofeo e ho detto: “Cavolo ho vinto Sanremo..sono il 56° cantante che l’ha vinto..mica lo vincono tutti eh!!! “;D
– Un paio di anni prima, nel 2004 ha vinto il Premio Recanati con “Mia sorella”, canzone dedicata alla bulimia. Come si è avvicinato a questa problematica e secondo lei come si genera e come se ne viene fuori?
Bèh non sono un medico o uno psicologo però credo che tutto ciò che ci passa per la testa, sia in positivo che in negativo, vada prima elaborato per poi cominciare a risolverlo con più consapevolezza.Mi sono avvicinato alla bulimia perchè è una storia vera vista molto da vicino.
– Persone a lei vicine nell’inizio della sua carriera sono Giancarlo Bigazzi e Angelo Carrara con cui ha prodotto il suo primo disco. Che importanza hanno ed hanno avuto per lei queste due persone a livello personale e professionale?
Giancarlo Bigazzi è stato importantissimo perchè mi ha insegnato a sviluppare i pensieri e poi a metterli in canzone.Angelo Carrara ha prodotto i primi 2 dischi per Sanremo 2005 e 2006.
– È diventato noto al grande pubblico con I bambini fanno “oh…”, nonostante l’esclusione da Sanremo 2005 il brano ha riscosso un grande successo. Che ruolo dà a questa canzone all’interno della sua carriera e che importanza dà ai bambini in una società e in una famiglia e al bambino che c’è in noi?“
I bambini fanno oh” è la mia “Volare” e per questo nel “Siamo Italiani Tour” la eseguo 2 volte, una all’inizio e una alla fine. I bambini sono importanti per la crescita del mondo ma siamo noi grandi che spesso non sappiamo dirgli “no” e li riempiamo di troppe attenzioni.Così crescono disorientati, insicuri e hanno sempre bisogno della mamma anche a 40 anni;D
Francesco Rapino