Ortona. Si svolgerà domani mercoledì 19 giugno la presentazione del libro “La vite e il vino – Storia della viticoltura ortonese dall’antichità ad oggi” di Elio Giannetti.
Appartenente alla serie dei Quaderni dell’Associazione Ortonese di Storia Patria, il libro darà il la ad una serie di riflessioni che saranno condivise ad Ortona, presso la sala Eden in corso Garibaldi, alle 18,30, in un incontro aperto al pubblico.
All’evento interverranno Antonio Falcone, presidente dell’Associazione Ortonese di Storia Patria; Elio Giannetti, autore del libro “La vite e il vino”; e Luigi Moio, docente di Enologia del Dipartimento di Agraria presso l’Università Federico II di Napoli, che illustrerà quali sono i fattori viticoli ed enologici alla base dell’ottenimento di vini a forte identità territoriale. L’appuntamento è promosso dalla Distilleria D’Auria.
“Ci siamo resi conto che, nei trattati esistenti, la storia della viticoltura abruzzese presentava delle lacune circa la realtà ortonese – commenta Antonio Falcone, presidente dell’Associazione Ortonese di Storia Patria – eppure abbiamo documentazioni che testimoniano il fervore dell’attività vitivinicola in questa parte del territorio sin dai tempi di Gregorio Magno. Non dimentichiamo che Ortona ha sempre riconosciuto il suo porto come fondamentale per il commercio del vino verso Napoli, Roma, Venezia o Ragusa (l’attuale Dubrovnik), tanto da arrivare, nel Medioevo, ad infliggere pesanti sanzioni verso chi tentasse di imbarcare vino che non fosse prodotto nel Comune”.
“Ortona ha sempre fondato gran parte della sua economia sulla produzione e sul commercio di vino – spiega Elio Giannetti, autore del libro ‘La vite e il vino’ – al largo del porto sono stati ritrovati dei reperti archeologici legati a questo settore, come una piccola brocca del periodo italico ed un’anfora vinaria del periodo Romano, utilizzate per la mescita e il trasporto del nettare degli dei. Ci risulta che nel 1800 erano prodotti circa 80/90mila ettolitri di vino nel solo territorio comunale, quando oggi ne sono 4/500mila: per evitare il surplus di produzione e mantenere alto il prezzo di mercato, solo i residenti di Ortona potevano piantare nuove vigne”.
«Nell’ambito delle diverse iniziative che la nostra azienda ha intrapreso per celebrare il 60° anniversario dall’avvio della sua attività, abbiamo aderito con entusiasmo alla pubblicazione di questo libro – spiega Nicola D’Auria, presidente della Distilleria D’Auria S.p.A. – Dal momento che la distilleria è parte integrante della filiera vitivinicola e la sua attività si pone a conclusione delle fasi di produzione delle uve e di trasformazione dei vini, siamo anche noi orgogliosamente parte del tessuto economico ortonese da 60 anni e ci sentiamo in dovere di contribuire a diffonderne la storia e i suoi valori».