Attraverso immagini e documenti d’epoca, Galantini ripercorrerà nei secoli, ad iniziare dal ‘500, l’intrigante e sinora ignota storia del ‘verde’ cittadino iniziando con i grandi querceti caratterizzanti il paesaggio giuliese al tempo degli Acquaviva, l’importante famiglia aristocratica legata a questa essenza facendone quasi un tratto caratterizzante della propria dinastia e che con l’arcivescovo Giuseppe dette origine a Giulianova, tra la Cinque e Seicento, ad un giardino delle ‘meraviglie’ perché ricco di sperimentazioni botaniche.
Quindi, dopo le indicazioni tratte del Catasto onciario settecentesco, l’analisi si sposta all’Ottocento con le descrizioni dei viaggiatori stranieri e le attente ricognizioni del botanico Michele Tenore per giungere infine al al progetto di città-giardino concepito ed attuato negli anni Trenta del Novecento.