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Cultura e Spettacolo

5 Tradizioni italiane della Festa dei morti che neppure gli italiani conoscono: una è quasi inaccettabile

Le tradizioni più strane e incredibili che gli italiani abbiano per la Festa dei morti: queste sicuramente non le conosci neppure!

L’1 e il 2 novembre in Italia sono date molto importanti e sentite, non solo perché è Festa nazionale, ma anche e soprattutto perché si ricordano i propri cari passati a miglior vita. Una tradizione in realtà millenaria, dalle radici antiche e profonde, legata ancor prima della diffusione del cristianesimo al nostro popolo.

5 Tradizioni italiane della Festa dei morti che neppure gli italiani conoscono: una è quasi inaccettabile – abruzzocityrumors.it

In questo giorno specifico ogni famiglia si riunisce per cenare o pranzare insieme, ricordando chi purtroppo non c’è più e chi ha subìto un lutto ravvicinato tende a sentirla maggiormente, quasi come commemorazione.

Ovviamente questo giorno non è esente dalle tradizioni di ogni singola regione e da Nord a Sud si eseguono alcuni rituali, usanze vere e proprie in ogni famiglia e paese. Rispettate ancora ad oggi con massimo rispetto e devozione, in realtà molte di queste non sono molto conosciute neppure da noi italiani stessi. Alcune diffuse al livello nazionale(come ad esempio andare al cimitero), altre decisamente meno e che possono risultare persino ‘scomode‘, ‘strane‘, ‘ecessive‘. Noi ne abbiamo raccolte ben 5 e vogliamo illustrarvele subito!

Le tradizioni della Festa dei Morti più strane in assoluto: per una di queste potresti ‘rabbrividire’

Come dicevamo, alcune usanze sono diffuse in tutto il Belpaese: ad esempio ci si reca a messa e subito dopo al cimitero, nei paesini di campagna questo viene fatto rigorosamente a piedi, spostandosi dalla chiesa al luogo in cui riposano i nostri cari e solitamente si prega nel tragitto.

Abbiamo poi altre usanze molto particolari e che si riferiscono alle tradizioni del luogo. Noi ne abbiamo raccolte ben 5 e vi anticipiamo che alcune di queste possano suonare davvero singolari e piuttosto strane. Eccole per voi!

Le tradizioni della Festa dei Morti più strane in assoluto: per una di queste potresti ‘rabbrividire’ – abruzzocityrumors.it

Iniziamo dal Nord, nello specifico in tutta la zona piemontese: qui ogni famiglia apparecchiava la tavola con un posto in più per ricordare i morti, mentre in Val d’Ossola si fa molto di più. Dopo aver cenato si lasciano letteralmente le case vuote e ancora apparecchiate con il cibo, acqua e vino, recandosi al cimitero.

La tradizione vuole che i cari si accomodino alla tavola in cui la famiglia ha banchettato per ristorarsi e solo il tocco delle campane permetterà ai vivi di rientrare, congedando così gli spiriti dei morti.

In Lombardia è usanza solita e comune quella di lasciare una zucca svuotata piena di vino, in offerta ai morti viandanti, mentre tradizione simile la troviamo anche a Vigevano, dove oltre alla zucca piena venivano lasciate delle sedie vuote davanti al camino. Altra tradizione particolare seguita in Molise è la ‘Mort Cazzut.

I molisani infatti la sera di Ognissanti servono la famosa sagne e jerv, ovvero una lasagna con verza e pancetta. Una porzione verrà poggiata sul davanzale della finestra insieme a una zucca svuotata e intagliata dandole un volto, ovvero quello della morte.

Infine, al Sud troviamo tutto il territorio calabrese in cui oltre al cibo lasciato ai morti e i doni fatti ai poverelli veniva lasciato un mazzo di carte da gioco, dedicandolo al ricordo dei morti di sesso maschile. Ed eccoci arrivati all’usanza forse più strana, per qualcuno definita estrema ma ancora ad oggi molto sentita. In Sicilia la Festa dei morti è ben più vecchia e antica di quella che conosciamo oggi e difatti il 2 novembre ogni famiglia si reca al cimitero e…pranza lì!

Si banchetta letteralmente sulla tomba dei propri cari, si predispone la tovaglia, si mangia primo, secondo e dolce, ovviamente non manca il piatto lasciato vuoto per lo spirito di chi non c’è più con annesso calice di vino. Molte famiglie preparano persino i dolci o i primi piatti preferiti di chi ad oggi è passato a miglior vita. Come si può notare quindi, le tradizioni italiane sono incredibili e tutte da rispettare. Voi le seguirete anche quest’anno?

Cesare Orecchio

Amante dell’arte, della cucina e della scrittura, inizio il mio percorso a soli 18 anni dopo essermi diplomato in Storia della Moda e tecniche della confezione, pubblicando la mia prima raccolta di poesie ‘Petali di vita’. Ho cambiato poi vita diventando cuoco professionista nella mia città natale Messina per poi abbracciare la scrittura a 360°.