Un intero paese sente questa, come la sua tradizione più caratterizzante, da perpetrare e tramandare, la cui prima edizione è del 1965. La regia dell’evento, organizzato dal comune, dalla pro loco e dalla parrocchia, è di Claudio Di Scanno, fondatore a Pescara del Drammateatro, compagnia con la quale realizza spettacoli le cui turneé spaziano dalle principali città italiane alle nazioni estere. Di Scanno è, tra l’altro, direttore artistico del progetto “Popoli dei teatri” e del progetto comunitario “Factory” per la Regione Abruzzo. Vincitore di numerosi premi, i suoi lavori destano l’attenzione di importanti critici. Alla Sacra Rappresentazione il cui tema è “L’innocente” partecipano tutte le associazioni del paese, dalla compagnia teatrale Pretra Lucente – cui è affidata la direzione artistica – all’associazione musicale Armando Manzi, con il suo direttore Mario Tiberini, compositore delle musiche. Dal coro Giuseppe Persiani all’Avis, dal coro parrocchiale al centro Sempre Verdi. Sono coinvolte anche le scuole elementari del paese, che fanno capo all’Istituto comprensivo di Torricella Peligna, con gli alunni di III, IV e V, con le loro mastre.
“Il punto di partenza – spiega il regista Claudio Di Scanno – è la figura inquietante e insieme commovente di Gesù Cristo, nella sua qualità più bella e intrigante: quella dell’innocenza. Il Cristo è l’Innocente che predica invano nel deserto della barbarie e della stoltezza. Innocente – continua – è colui che, ignaro e contro corrente, predica amore in un mondo di esseri che odiano. Innocente è colui che ci mette alla
prova nella terribile semplicità delle cose: ama il tuo nemico. Una prospettiva di profonda umanità in un mondo tutto teso a gestire gli ori del Tempio. Per altro verso, l’Innocente per eccellenza è per noi il bambino, che guarda il mondo con la meraviglia di una prospettiva fantastica, e dove gli è davvero difficile immaginare guerre e odi, discriminazioni e avidità”.
La musicalità della parola, rievocante in un coro che richiama quello della tragedia greca, narrante ed agente. Come il teatro nutre la polis delle vicende storiche, così il popolo racconta la propria cultura, la propria vicenda umana attraverso la vita, la passione, la morte di Gesù Cristo. Il Salvatore che ha il coraggio di mostrare la propria purezza e che, dispensando amore, incontra le anime innocenti dei bambini, i monelli di Charlie Chaplin. Già, perché l’edizione del 2012 della Passione di Cristo volge lo sguardo all’oggi, alla contemporaneità, ai drammi vissuti dall’umanità. Ecco ergersi al cielo la Torre del denaro, imponente nella scenografia con i suoi sette metri, che schiavizza gli uomini che idolatrano un falso Dio, e tenta di salire al cielo, moderna torre di Babele. Avidi scribi e farisei. Un uomo contemporaneo che senza rendersene conto vive nella Terza Guerra Mondiale, combattuta con le armi della finanza. L’umanità che assiste al rogo della Notte dei cristalli, dove a bruciare sono i libri, in un processo di lenta disumanizzazione, verso la barbarie di chi non sa leggere, di chi non è in grado di comprendere più il messaggio di Dio. E’ il Cristo innocente che si immola sulla croce per i suoi fratelli. E’ l’innocente che ha minato eticamente la gestione del tempio e che va punito… eppure l’innocenza risorge, nell’epilogo finale di speranza, di amore. Una passione di Cristo che andrà osservata, vissuta, per comprendere tutti i simboli, tutti i messaggi che vuole comunicare.