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Atri, il Comune al Cina Day dell’Università D’Annunzio FOTO

Atri. Grande successo di pubblico per Cina Day, oltre 350 studenti hanno partecipato alla giornata di studi sulla Cina Contemporanea che ha coinvolto i giovani dell’Università degli Studi G. d’Annunzio, del Liceo Marconi di Pescara e dell’Istituto Zoli di Atri. Favorire l’integrazione delle nuove generazioni invitandole alla partecipazione e all’azione sono tra gli obiettivi principali della Fondazione ARIA che, in collaborazione con l’Università G. d’Annunzio ed il Comune di Atri con cui porta avanti da 4 anni il progetto interculturale Stills of Peace, ha dedicato l’evento CINA DAY al confronto con la cultura cinese per conoscere i vari aspetti di questa cultura millenaria ma anche sconfiggere gli stereotipi che da sempre non favoriscono l’incontro tra la cultura orientale e quella occidentale.

L’evento è stato moderato dalla giornalista e sinologa Maria Novella Rossi che ha invitato il Professor Carlo Consani, Direttore del Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne dell’ Università degli Studi G. D’Annunzio, ad aprire il tavolo di lavoro. Consani ha sottolineato l’importanza di “diffondere i principi dell’interculturalità e della valorizzazione delle differenze linguistiche e culturali che, purtroppo, la società contemporanea ci ha abituato a considerare più come problemi da risolvere che come risorse da sfruttare.”

E’ stata poi la volta dell’Assessore alla Cultura del Comune di Atri Domenico Felicione che ha invitato il pubblico presente a partecipare alla IV Ed. del progetto culturale internazionale Stills of Peace and Everyday Life Italia/Cina, un progetto che partendo dall’Abruzzo e dall’Italia arriva quest’anno fino alla Cina in risposta ad un crescente interesse sul tema degli scambi interculturali che possono favorire l’integrazione tra i popoli.
Ha incantato il giovane pubblico la presentazione dell’ambasciatore a Pechino (dal 2013 al 2015) e a Tehran (dal 2008 al 2012) Alberto Bradanini che ha invitato a guardare alla Cina anche per capire meglio l’occidente. Ha offerto quindi spunti per “capire” e trasformare la comprensione in azione” e ha presentato il Centro Studi sulla Cina Contemporanea, che contribuisce alla ricerca italiana sul gigante asiatico e ad una maggiore conoscenza reciproca  tra l’Italia e la Repubblica Popolare Cinese. In occasione del Cina Day Bradanini ha infine presentato agli studenti abruzzesi l’opportunità di partecipare ai progetti dedicati alla studio della cultura cinese come la prima edizione della Summer School che si svolgerà a Roma durante la prossima estate. “La Cina è un paese immenso e complesso, un paese che negli ultimi decenni è tornato protagonista della scena internazionale, sul piano economico e sempre più anche culturale e politico” .

E toccato quindi a Mariaconcetta Costantini, Presidente del Corso di Studi in Mediazione linguistica e comunicazione interculturale dell’Università G. d’Annunzio parlare di Intercultura e della crescente necessità nei tempi attuali della figura del mediatore linguistico. L’intervento della Prof. Anita Trivelli, corredato di immagini del cinema e della cultura cinese, ha invece mostrato il ruolo che, nello sviluppo cinese della globalizzazione, svolge la Settima Arte, tanto sul piano dei rapporti con il mondo occidentale quanto su quello dell’immagine che il Paese dà di se stesso al suo interno. Un processo che ha una storia quarantennale, e ha avuto come protagonisti anche il cinema di Hong Kong e quello di Taiwan, cinematografie che sono considerate cinesi a tutti gli effetti e di cui si traccerà il ruolo nel processo di apertura all’occidente che coinvolge la RPC oggi. L’accento è stato posto in conclusione sulla relazione cinema/cultura/economia che contraddistingue la globalizzazione in Cina, dai film acclamati nei festival occidentali internazionali alla costruzione della “Hollywood cinese”. E’ stata infine messa in rilievo la dialettica oggi esistente tra i kolossal e i film indipendenti e socialmente critici, talvolta realizzati dai medesimi registi, dialettica che rende quella della Cina di oggi una delle cinematografie più vivaci e interessanti a livello mondiale.

Valeria Varriano Professoressa di Lingua e Letteratura Cinese dell’Università degli Studi di Napoli l’Orientale ha conquistato tutti parlando di gastronomia cinese. Nell’ottocento, ha raccontato la Varriano, dopo che il contatto con un occidente barbaro quanto potente, accelerò la fine del celeste impero, la tradizione cinese nel complesso fu investita da una violenta ondata di critica. Il solo elemento che scampò alla furia iconoclasta fu la gastronomia che, anzi, venne sentita dagli intellettuali cinesi dell’epoca di un livello ineguagliabile per i pur potenti europei. Da quel momento la cucina cinese è stata investita di una duplice funzione: essere il garante della identità di un popolo e fungere da ambasciatore culturale, funzioni che continua a svolgere ancora oggi. In occasione del Cina Day la Varriano ha presentato come il discorso su l’arte culinaria risponda a questa esigenza grazie all’analisi dei temi e dei riferimenti culturali proposti nei programmi tematici che imperversano sui teleschermi cinesi tanto quanto sui nostri.
A seguire Luca Stirpe, Pres. del Corso di studio in Lingue e letterature Straniere dell’Università G. d’Annunzio e la Dottoressa Xie Yi hanno “riempito lo spirito” analizzando due poesie cinesi dal repertorio classico e soffermandosi sugli aspetti più peculiari quali l’incessante riferimento alla musica, la scarsa propensione alla trascendenza e, data la natura non flessiva della lingua, la costante possibilità di multipli strati interpretativi.

Valeria Di Bitonto, operatrice Tuina e insegnante Taijiquan-Qigong ha cambiato prospettiva con l’intervento “Cento grammi possono smuovere quattrocento chili”. L’apparente paradosso della citazione – frase centrale del ‘Trattato del Maestro Wang Zongyue’ (uno dei Classici del Taijiquan) – ha portato ad una breve analisi della filosofia alla base della pratica dell’arte del Taijiquan descrivendo come la filosofia del Taiji è cardine di tutto il pensiero cinese nelle sue più diverse applicazioni e ci insegna a comprendere e seguire la natura delle cose in un percorso di conoscenza del mondo circostante e di noi stessi. La chiusura ufficiale è stata affidata al presidente della Fondazione Aria Alessandro Di Loreto che, tirando le somme di un’intesa giornata di studi, ha raccontato come sia nata l’idea di indagare nella quarta edizione di Stills of Peace la cultura cinese e come la Fondazione Aria punti su un progetto culturale internazionale condividendo un intenso programma con due mostre d’arte contemporanea, una maratona de contemporaneo ed una rassegna di cinema in lingua originale che si svolgeranno ad Atri a partire dal 15 luglio fino al 3 settembre.

“Agire – diceva Confucio – è facile, conoscere e ancor più capire, è difficile”. Ecco dunque la sfida di Fondazione Aria: mobilitare risorse culturali e metterle a disposizione della comunità con il sostegno essenziale del mondo accademico e dei principali enti istituzionali per studiare e capire meglio la cultura cinese e le dinamiche tra la Cina, l’Italia e il resto del mondo.